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L’Associazione Luca Coscioni e il movimento paneuropeo di iniziativa popolare “Eumans”, da anni impegnati sul tema della digitalizzazione della democrazia, hanno inviato una diffida nei confronti del Governo affinché sia interrotta la violazione di legge e sia lanciata la piattaforma pubblica per la raccolta di firme elettroniche su referendum e iniziative popolari. La diffida ha ricevuto l’adesione di Io Cambio, Servizio Pubblico, Comitato Antispecista Difesa Animali Protezione Ambiente, Campagna Riprendiamoci il Comune, La Società della Ragione, Forum Droghe e Meglio Legale.

L’azione legale fa seguito alle dichiarazioni del Ministro della Giustizia Carlo Nordio (pronunciate in Parlamento in seguito all’interrogazione del deputato Riccardo Magi) che ha annunciato un ulteriore ritardo di oltre 12 mesi per il lancio della piattaforma. La legge di Bilancio del 2020, prevedeva l’entrata in funzione della piattaforma dal 1 gennaio 2022, con gestione in capo alla Presidenza del Consiglio. Attualmente è in vigore una normativa transitoria che consente la raccolte delle firme attraverso piattaforme private, con costi a carico dei comitati promotori pari a circa 1 euro a firma. Alla grave responsabilità dello Stato, e in particolare degli ultimi due Governi, rispetto all’applicazione della legge, che garantirebbe gratuità delle firme e piena accessibilità agli strumenti di democrazia diretta, si aggiungono quindi le dichiarazioni del Ministro della Giustizia, il quale preannuncia un altro anno di illegalità

“Non solo il Governo non sta rispettando la legge, ma si smentisce a più riprese – hanno commentato Marco Cappato, co-presidente di Eumans, e Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni –  In risposta a un’interrogazione parlamentare a marzo avevano fatto sapere che dopo l’estate la piattaforma pubblica per la raccolta firme su referendum e proposte di legge sarebbe stata pronta. Oggi il Ministro Nordio afferma che ci vorranno più di 12 mesi. Questo ritardo nell’applicazione di una legge dello Stato è inaccettabile. Non vi sono (né vengono fornite) giustificazioni tecniche. La piattaforma è lo strumento che l’Italia aveva deliberato per rientrare nel rispetto degli obblighi internazionali, dopo l’intervento dell’ONU nel caso “Staderini/De Lucia vs Italy”, che condannò l’Italia sulla base degli ostacoli irragionevoli alla raccolta delle firme nell’esercizio del diritto dei cittadini al referendum. Per questo abbiamo presentato una diffida al Governo a rilasciare la piattaforma entro tempi brevi, e siamo pronti a proseguire le azioni giudiziarie finché la legge non verrà rispettata”