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Amsterdam – Antonio Maria Costa, il direttore generale italiano dell’Ufficio delle Nazioni Unite Droghe e Crimine, é seriamente imbarazzato a causa di una inziativa solitaria dello psichiatra di Amsterdam Fredrick Polak. In una lettera aperta pubblicata oggi, Polak chiede di rispondere ad una semplice domanda. Nonostante le precedenti promesse, da esattamente un anno, lo zar generale antidroga sta evitando di rispondere alla domanda.

“Come si spiega il basso livello di uso di cannabis nei Paesi bassi paragonato ai paesi confinanti, nonostante la sua libera accessibilità nei coffee shop?”

Due video su YouTube mostrano Costa che evita ripetutamente la domanda.Per Polak la questione è di primaria importanza perché essa smaschera l’assunto di fondo che regge la proibizione delle droghe. Per questo lui continua a scocciare Costa con la stessa domanda.

Polak, membro del direttivo di ENCOD (Coalizione Europea per Giuste ed Efficaci Politiche sulle Droghe): “L’obbiettivo primario della proibizione delle droghe è la riduzione del consumo e della tossicodipendenza. Tuttavia, l’esperienza olandese con i coffee shop di oltre trenta anni ha dimostrato in maniera convincente che senza l’applicazione di questa proibizione I livelli di consumo non schizzeranno alle stelle- cosa che i guerrieri antidroga vogliono farci credere. Non c’è da stupirsi che Costa è imbarazzato su come rispondere alla domanda.”

Rimprovero

Un anno fa Polak per primo pose la questione in una conferenza sulla politica delle droghe a New Orleans. Costa la ignorò, ma utilizzò l’occasione per sgridare il governo olandese per “avvelenare l’Europa” con le amfetamine. Quella nota provocò una reprimenda dal governo olandese, sulla quale lui dovette mordere la polvere ed offrire una lettera di scuse.

Ciononostante,in una seconda occasione nel marzo 2008 a Vienna, Costa nuovamente evitava la domanda. Questa volta lui sosteneva che più di 2000 coffee shop erano già stati chiusi, e che la città di Amsterdam aveva deciso di rimuovere tutti i coffee shop “dal quartiere delle luci rosse ai confini con la Francia, Belgio e Germania”. Polak: “Apparentemente il Signor Costa pensava che l’Olanda (o Amsterdam) confina con la Francia. E quella frase era completamente infondata .”

Waste
Poco dopo, Costa si era incontrato con le autorità ad Amsterdam e all’Aja per una “missione di studio” che includeva una visita al coffee shop De Dampkring (l’ atmosfera). Alla successive conferenza a Barcellona Polak gli chiedeva sulle sue scoperte. Polak: “Questa volta Costa si spinse veramente troppo lontano, sostenendo che Amsterdam aveva tre volte tanti tossicodipendenti da cannabis che da qualunque altra parte in Europa.” Costa promise un documento da discutere con l’argomentazione scientifica di questa affermazione, che sarebbe stata pubblicata “molto presto” nella sua pagina web”. Fino ad oggi Costa non ha mantenuto la sua promessa né ha risposto alla domanda iniziale di Polak. Ragione in più per Polak di attirare l’attenzione dei media sulla vicenda.

L’Olanda coerentemente realizza bassi livelli di consumo rispetto alla media europea nelle ricerche sui consumi di droga. Per Polak questo giustifica una richiesta per una abolizione della proibizione delle droghe: “Questo ci salverà un sacco di soldi, di miseria e un enorme spreco di denaro dei contribuenti’. Che cosa servono tutti gli sforzi per applicare la proibizione , quando chiaramente non diminuisce il consumo?”

Polak conclude la sua lettera aperta con una nota positiva, suggerendo a Costa (67) di non aspettare il suo ritiro per riconoscere il fallimento della proibizione delle droghe. “Così facendo guadagnerebbe la fama eterna.”