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David Nutt è professore di medicina, nell’unita di psicofarmacologia, all’università di Bristol ed ha una cattedra anche all’Imperial College di Londra. Era il principale consigliere del governo, nello specifico del Ministro della salute Alan Johnson, e presidente dell’Advisory Council on the Misuse of Drugs (ACMD), un organo incaricato di fornire al governo l’assistenza di tecnici ed esperti del settore. Il 30 ottobre, è stato invitato a dimettersi dopo aver dichiarato che ecstasy e LSD sono meno pericolosi dell’alcol.

Dottor Nutt, innanzitutto, né lei, Presidente dell’ACMD, né i suoi colleghi membri del Consiglio, eravate pagati giusto?

Giusto.

Ed è stato licenziato a causa di opinioni divergenti con quelle del ministro della Salute. Lei e i suoi colleghi sostenente che si tratta di una questione di «libertà di parola». In che senso?

Non sono del tutto sicuro del perché sia stato licenziato. Il Ministro della Salute ha detto molte cose sbagliate nella sua ricostruzione. L’unica cosa che ha detto senza sbagliare è che non aveva più fiducia in me e su questo non ho nulla da dire perché non mi ha detto il motivo di questa perdita di fiducia. Ha anche detto che riteneva che io stessi portando avanti una campagna contro le decisioni del governo. Ma non è vero. Non stavo conducendo nessuna campagna contro il governo, stavo semplicemente facendo notare che in questo paese le leggi sulla droga non hanno alcuna base scientifica.

Infatti lei ha dichiarato che ora che il Consiglio è divenuto “insostenibile”, il governo dovrà prendere una decisione su un nuovo tipo di cannabis detta “spice” senza alcun supporto scientifico. Cosa farete in proposito?

Bisogna essere chiari su questo, le linee guida sulla “spice” sono state fornite al governo dal Consiglio prima che divenisse insostenibile. Sono direttive preparate poco prima che venissi licenziato.

Un altro membro del Consiglio, Les King, auspica la creazione di un ACMD indipendente. Lei è d’accordo?

Totalmente. Proprio in questi giorni sto creando un mio nuovo gruppo. Sarà un gruppo indipendente formato da scienziati esperti in materia di droga e di temi ad essa legati. Spero che questo nuovo Consiglio sia ratificato dal governo, e se non lo sarà continueremo ad essere indipendenti e a promuovere la verità sulle droghe.

Ma così non rischia di entrare in concorrenza con l’ACMD?

No, perché il gruppo scientifico che sto creando studierà i danni prodotti dalla droga, mentre nell’ACMD in pratica non ci sono più scienziati. Il mio gruppo sarà molto più preparato, avrà solide basi scientifiche. Se l’ACMD sarà riformato credo che si focalizzerà soprattutto sugli aspetti politici.

Quindi c’è il rischio che il governo crei un organo che funzioni quasi da portavoce del governo stesso?

Credo proprio di sì. Se non cambiano le regole sull’interferenza ministeriale nei temi che toccano la scienza, il nuovo Consiglio non avrà mai la fiducia di nessuno perché il presidente potrebbe essere licenziato dal Ministro ogni qualvolta qust’ultimo non gradisca i suoi consigli usando come motivazione la “perdita di fiducia”. Per questo credo che il nuovo ACMD funzionerà soltanto se sarà veramente indipendente.

Quand’è che il governo ha cominciato a ignorare o a tenere sempre meno in considerazione il vostro parere?

Circa quattro anni fa.

E anche se non c’era sempre l’unanimità, il vostro era comunque un gruppo compatto?

Sì, molto, i disaccordi erano pochissimi. E’ un gruppo numeroso, 28 persone e la grande maggioranza sempre d’accordo.

Pensa che le prossime elezioni porteranno qualche novità? Crede che le cose andrebbero diversamente sotto un governo conservatore?

Forse sì. Certamente l’attuale leader Tory ha un’esposizione maggiore in tema di droga rispetto ai ministri di questo governo. Per questo potrebbe avere un altro approccio, ma comunque è difficile da dire. Finora i Tories non hanno detto granché sulla droga, tranne in qualche occasione dire che non sono sicuri dell’utilità di un consiglio come l’ACMD! Probabilmente pensano che è compito dei ministri soltanto decidere sulla classificazione delle droghe, e non degli esperti. Sarebbe molto preoccupante.

David Cameron ha dichiarato di sostenere l’attuale classificazione della cannabis, da C a B.

Sì, strano, visto che da giovane ha quasi rischiato l’espulsione da scuola perché trovato in possesso di cannabis. E se allora fosse stato condannato oggi non potrebbe essere alla guida del suo partito. In ogni caso è difficile dire se le cose peggioreranno con i conservatori al governo.

Cosa pensa della promessa del Ministro Johnson di scrivere ad ogni membro dell’ACMD per spiegare il perché delle decisioni prese che vanno contro il vostro parere?

Non è nulla di nuovo. Il Ministro degli Interni lo ha già fatto altre volte in precedenza. Non ha fatto nessuna concessione. Si è rifiutato di accettare il fatto che il mio licenziamento fosse un errore. E finché non lo riconoscerà, nessuno scienziato che abbia un po’ di rispetto per se stesso accetterà di lavorare per lui perché il suo giudizio sarà inaffidabile.

Il Consiglio aggiorna regolarmente il governo o è convocato solo quando è necessario?

No, siamo un organo permanente. La legge dice che il governo non può cambiare le leggi sulla droga senza previa consultazione con l’ACMD. È così fin dal 1971. Il Congilio produce una mole di lavoro notevole, ma il problema è che adesso tanti membri si sono dimessi e quindi molte funzioni del Consiglio vanno avanti zoppicando.

Quindi il governo deve avere la vostra approvazione per cambiare le leggi sulla droga?

Deve avere il nostro parere. Fino a quattro anni fa venivamo ascoltati, ma da quando è arrivato Gordon Brown questo non avviene più.

Nel 2009, nella città messicana di Ciudad-Juarez, sul confine tra Messico e Stati Uniti, ci sono stati 2200 morti violente per cause legate al traffico della droga. Alcuni membri del Consiglio municipale della città messicana hanno allora proposto la depenalizzazione del possesso di cannabis. Ma il sindaco vi si è opposto. Cosa ne pensa?

Credo che dovremmo affrontare il problema della droga a mente aperta. Certamente nel Regno Unito dovremmo considerare strategie come la depenalizzazione perché l’attuale tentativo di mantenere il regime di controllo sta recando danno al nostro paese e non solo. E’ evidente che non stiamo vincendo la guerra alla droga, anzi miete sempre più vittime. Dunque forse dovremmo provare in altri modi, anche se non penso che esista una strategia sicura al 100% per quanto riguarda il problema della droga.

In quanto scienziato, lei considera possibile legalizzarla rendendola così come altre altre sostanze da trattare con le dovute precauzioni?

La legalità eliminerebbe il crimine, ma potrebbe generare un maggior consumo e quindi più danno, specialmente se la droga dovesse essere commerciata come lo sono l’acohol o il tabacco. Non c’è una via d’uscita ovvia, tuttavia credo valga la pena prendere in considerazione tutte le opzioni. Vedrei con favore una posizione ibrida di decriminalizzazione per l’uso personale e per la vendita di alcune droghe come la cannabis, come accade in Olanda per esempio. Quel tipo di approccio potrebbe essere utile e non risulterebbe troppo scandaloso o provocatorio per i governi occidentali.