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Gli uomini che danno soldi – in cambio di prestazioni sessuali – alle tossicodipendenti, sapendo che con quel denaro compreranno la droga, rischiano una condanna pesante equivalente a quella per spaccio di stupefacenti.

Lo sottolinea la Cassazione avvertendo che la colpa sara’ ancora piu’ grave se si fanno dare – dalle stesse ragazze – tutte le dosi che comprano, al fine di ‘graduarne la distribuzione in funzione delle pretese sessuali’.

In particolare la Suprema Corte ha confermato la condanna a due anni di reclusione e quattro mila euro di multa nei confronti di Angelo P., un settantenne che a Cugliate Fabiasco – nell’hinterland milanese – dava soldi a due ragazze, Carmela e Stefania, affinche’ comprassero eroina.

Lui stesso teneva in casa le dosi, e le dava alle giovani quando aveva voglia di rapporti sessuali. Senza successo ha sostenuto che il suo comportamento non era equiparabile a quello di uno spacciatore.

I supremi giudici – sentenza 20023 – gli hanno risposto che quel che ha fatto ‘e’ proprio cio’ che la legge intende reprimere con maggiore severita”, ossia lo ‘spregevole approfittamento della condizione fisica e psicologica di particolare vulnerabilita’ di una persona tossicodipendente’.