In una conferenza stampa in qualche modo storica, il Ministro della Salute del governo rosso verde tedesco Karl Lauterbach (SPD) e quello all’Agricoltura Cem Özdemir (Verdi), hanno annunciato il percorso in due fasi della legalizzazione della cannabis in Germania.
In una prima fase, sarà introdotto il provvedimento per decriminalizzare il possesso e la coltivazione per suo personale fino a 3 piante di cannabis e la possibilità di apertura dei cosiddetti “Cannabis Social Club”, ovvero associazioni senza scopo di lucro in cui potere acquistare la cannabis coltivata in forma associata. Poi in autunno verrà presentato un ulteriore progetto di legge che prevederà la sperimentazione di un sistema di licenze commerciali, volto a testare in specifici territori una forma di legalizzazione più ampia che preveda anche una regolamentazione legale di produzione, distribuzione e vendita a scopo di lucro. Limitata ad alcune regioni, questa sperimentazione sarà accompagnata da una valutazione scientifica degli effetti.
La riforma annunciata ieri, come successo anche per Malta, prefigura quindi al momento un modello di legalizzazione sociale della cannabis. Si tratta però più che una scelta di campo, una scelta obbligata dal quadro normativo europeo. Abbandonata l’iniziale intenzione di aprire ad una completa regolamentazione legale del mercato, licenze commerciali comprese, il confronto voluto dal governo tedesco con l’Unione Europea è approdato a quella che appare l’unica soluzione in una interpretazione rigida delle direttive e dei trattati europei. La normativa di armonizzazione delle leggi europee sugli stupefacenti infatti, ancorata in modo pedissequo alla terza convenzione sulle droghe, quella di Vienna del 1988, se da un lato obbliga gli stati a perseguire le condotte “illegali”, dall’altro consente espressamente gli stati membri a non punire le condotte ad uso personale.
Ecco dunque aprirsi la strada la legalizzazione basata sull’autoproduzione, allargata alla forma associata sul modello dei Cannabis Social Club, peraltro già presenti in forma più o meno legale in vari stati europei, a partire dalla Spagna e poi integrati nella legge approvata dall’Uruguay di Mujica nel 2013. Nei cannabis Social Club, con massimo 500 membri, sarà possibile “acquistare” la propria quota di coltivazione (massimo 25 grammi, 50 in un mese). “Vogliamo combattere il mercato nero e ridurre i crimini legati alla droga” ha detto Lauterbach con un progetto che prevede la “distribuzione controllata di cannabis agli adulti entro limiti chiari”.