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Secondo diverse fonti l’agenzia internazionale di ricerche di mercato Kantar ha svolto un’indagine sull’opinione che hanno i cittadini argentini della cannabis e scoperto che nella maggior parte dei casi l’uso di cannabis è identificato con aspetti legati alla salute ed al benessere personale.

Secondo lo studio 8 argentini su 10 collegano l’uso di cannabis al sollievo del disagio fisico ed a benefici emotivi, in particolare contro lo stress, l’insonnia e la depressione. La maggior parte del campione ha una valutazione positiva della cannabis (51%), il 30% è indeciso mentre solo meno di un quinto ha una valutazione negativa. Sono le donne ed i giovani i più convinti in senso positivo. Ancora più alta la percentuale di coloro che sono a favore della legalizzazione, il 63% degli intervistati, mentre solo il 16% è contrario. Fra i favorevoli il 40% ritiene che dovrebbe essere lo Stato a commercializzare la cannabis nel paese. Secondo quanto riportato Gabriela Portantiero, direttore dell’area Qualitative, Insights Division of Kantar ha affermato che “C’è stato un cambiamento nell’immaginazione sociale sulla marijuana. Oggi, la cannabis è percepita come un efficace trattamento naturale del dolore fisico e dei disturbi emotivi” e molto meno come una sostanza per uso sociale e ricreativo.

Tutto questo è coerente con il fatto che nel 2017 l’Argentina ha legalizzato in maniera definitiva l’uso dei derivati di cannabis per scopi terapeutici, grazie alla tenace iniziativa in primis dell’associazione Mama Cultiva (madri di figli con problemi di salute che necessitano di cannabis a scopo terapeutico – https://www.mamacultivaargentina.org/). Proprio in questi giorni sta per completarsi il processo che porterà  a produrre il primo olio di cannabis autoctono argentino finalizzato agli uso medici. Ma la svolta dovrebbe essere quella della definizione normativa della commercializzazione della cannabis da parte dello Stato. La neo Ministra per la sicurezza Sabrina Frederich sta marcando infatti una netta discontinuità dalla propria predecessora, recuperando il tempo perduto durante l’esecutivo del presidente Macrì. Già dopo pochi giorni dall’insediamento lo scorso dicembre aveva dichiarato la volontà di studiare un modello argentino di regolazione del commercio legale della cannabis, che comprendesse la possibilità della coltivazione per uso personale. Ed ha confermato il tutto pubblicamente qualche giorno fa. Il sistema allo studio sarebbe ispirato a quello del vicino Uruguay, che nel 2013 è stato il primo paese al mondo a legalizzare la cannabis ricreativa, istituendo un modello statale non commerciale di produzione e fornitura, e che garantisce la libertà di coltivare in forma singola o associata per uso personale.

Il modello dell’Uruguay ha ricevuto proprio in questi giorni alcune buone notizie da parte di uno studio pubblicato nel numero di giugno del International Journal of Drug Policy. Lo studio fornisce le prime prove empiriche sull’impatto che la riforma ha avuto sui consumi di cannabis degli adolescenti: i dati sono incoraggianti ed indicano che non ci sono evidenze di una crescita del consumo di cannabis od un campio di percezione del rischio fra gli adolescenti. Dati in linea con quelli dello Stato del Colorado, dove la vendita di cannabis è stata legalizzata nel 2014, e che si confermano stabili di anno in anno: nessun aumento del consumo fra gli adolescenti. La regolamentazione legale, più o meno stringente, sembra quindi non avere effetti incentivanti sulla consumo di cannabis da parte dei più giovani.