Tempo di lettura: 2 minuti

Barcelona intende porre un freno alla proliferazione della associazioni di cannabis, dove i soci comprano e consumano marijuana. L’amministrazione della citta’ fa sapere che il numero ufficiale di questi locali e’ di circa 200, la maggior parte dei quali nel centro urbano. Solo due anni fa erano 40 in tutta la Catalogna. Prima di tutto fara’ indagini per verificare che siano associazioni legalmente costituite; poi verifichera’ sui loro statuti le ragioni sociali costituenti. Le prime indagini svolte fanno sapere che in molti casi lo scopo sociale e’ il consumo di cannabis a scopo terapeutico. Se questo non viene rispettato il Comune proveddera’ a porre i sigilli ai locali.
Questa situazione, che si rifa’ al modello californiano dove e’ consentito solo il consumo a fini terapeutici, fa emergere una miriade id problemi e controversie poiche’ sul consumo di marijuana c’e’ un vuoto legislativo. In Catalogna, questa situazione e’ venuta fuori agli inizi del 2012, quando il Comune di Rasquera manifesto” la sua intenzione di cedere alcuni terreni all’Asociacion Barcelonesa Cannabica de Autoconsumo, perche’ vi piantasse marijuana per i propri associati.
Il dibattito che segui’ questa intenzione, che avrebbe dovuto portare nelle casse di questo Comune qualcosa come 1,3 milioni di euro in due anni, mise a nudo le improvvisazioni delle Amministrazioni. Il consigliere del ministro dell’Interno, Felipe Puiz, fece sapere che avrebbe consultato il dipartimento di Giustizia e la Procura per sapere se l’iniziativa del Comune di Rasquera fosse legale o meno. Il giudice di Tarragona diede poi ragione al Comune, validano i suoi accordi con l’associazione di Barcelona. La sentenza poi’ e’ stata impugnata in Appello dal Sindaco di Barcelona.
Il principale ostacolo a cui deve far fronte l’Amministrazione di Barcelona e’ che solo i giudici possono determinare se un’associazione stia mettendo in atto o meno i propri scopi sociali previsti dal suo statuto. L’avvocato penalista Marti Cànoves fa sapere che le associazioni di cannabis sono favorevoli alla regolamentazione, ma solo se vengono riconosciuti i loro diritti. Cànoves dice che il Comune non puo’ andare oltre una normativa che regoli le condizioni tecniche dei locali.
Il Comune, invece, pretende di approvare una nuova normativa che limiti la capienza di questi locali, che li obblighi ad installare una areazione forzata per i fumi e che abbiano dei limiti di orario.
Nel frattempo si attendono le prime conclusioni del Governo della Catalogna che sta cercando di regolamentari questi locali in accordo con la Procura.