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(Il Tempo, 15 marzo 2008) “L’indulto è stato un disastro e non si è fatto nulla per rimediare. Abbiamo tempo ancora un anno per costruire nuove carceri. Altrimenti sarà vera crisi”. L’ex Guardasigilli leghista Roberto Castelli non vede altre soluzioni. “Il limite sopportabile è di 65mila detenuti. O si rendono disponibili nuovi penitenziari o si dovrà fare un altro indulto, tertium non datur”.
Un altro indulto senatore?

“Se si vuole continuare a vivere in un paese demenziale sì. Se invece si vuole risolvere il problema dobbiamo costruire almeno venti nuove carceri. Sono già state progettate, ma per farle serve un forte finanziamento”.
L’ultima Finanziaria ha stanziato 70 milioni per l’edilizia carceraria…

“Una goccia nel mare. Con quei soldi si possono fare solo due carceri di 400 persone l’uno. Invece servono subito diecimila posti in più”.
Quali gli interventi più urgenti?

“Bisogna reperire edifici vuoti per mandarci i detenuti a bassa pericolosità che necessitano di poca sorveglianza. E poi chi è stato condannato deve essere mandato in carceri anche lontane da dove è stato giudicato. In Sardegna ci sono penitenziari semideserti, mentre San Vittore a Milano è stracolmo, e gli immigrati sono il 75 per cento del totale. Per trovarci un lombardo bisogna cercarlo col lanternino”.
Molti detenuti aspettano troppo tempo prima di ottenere giudizio. Questo non aggrava il problema?

“Non è determinante. La maggior parte di chi è in attesa di giudizio viene condannato. Nella prossima legislatura servirà un grande sforzo per reperire molti più fondi. Tutti hanno capito l’assurdità dell’indulto. Siamo il Paese dei paradossi: abbiamo il minor numero di detenuti dei Paesi del mondo occidentale e le carceri più sovraffollate. Solo nei cinque anni del nostro Governo la ricezione è aumentata di seimila unità. Per essere in media con l’Europa la capienza dovrebbe arrivare a centomila”.