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E’ come la cannabis, dunque e’ illegale e va messa al bando. Questa la decisione del Parlamento neozelandese nei confronti della cosiddetta ‘pillola dei party’, a base di benzilpiperazina (Bzp). E subito e’ scattata la corsa all’accaparramento dei forzati delle serate in discoteca. La Nuova Zelanda ha fissato fino al primo ottobre il termine per una sorta di amnistia che riguardera’ chi, entro quella data, verra’ sorpreso con una pillola di Bzp. Dopo si rischieranno fino a tre mesi di detenzione. Il nuovo provvedimento, dunque, rende illegale una sostanza che in molte altre nazioni, compresa l’Italia, e’ gia’ vietata.

Nel nostro Paese, infatti, il decreto del ministro della Salute Livia Turco del 18 luglio 2007 ha inserito la stessa Bzp nella Tabella 1 delle sostanze stupefacenti, sulla base di alcune considerazioni tra cui quella che “la benzilpiperazina non risulta essere usata in terapia e in Italia non esistono medicinali contenenti benzilpiperazina autorizzati all’immissione in commercio. E preso atto che in Italia le Forze dell’ordine hanno sequestrato ingenti quantita’ di compresse contenenti benzilpiperazina destinate alla vendita come sostanza a uso ricreazionale, analogamente all’ecstasy (Mdma)”. Finora i ‘discotecari’ neozelandesi potevano invece, con 40 dollari del proprio conio (32 dollari Usa), acquistare 4 pillole simil-ecstasy in molti negozi senza alcuna ricetta medica. La Bzp e’ stata messa a punto dieci anni fa, ed e’ un derivato di una sostanza usata per uccidere i parassiti intestinali degli animali d’allevamento.

Venduta con i nomi di Frenzy, Torque e D-lite, e’ stata incoraggiata come un’alternativa “piu’ sicura di alcol e tabacco”, e capace di “tenere i consumatori alla larga dalle sostanze stupefacenti vere e proprie”. I produttori della Bzp hanno subito osteggiato la decisione del Parlamento neozelandese, rilevando che il divieto alla commercializzazione “ne favorira’ la circolazione sul mercato nero”. E sottolineando come “la sostanza non da’ assuefazione e non ha mai causato alcun decesso”. Ma medici e tossicologi non sono dello stesso avviso, basandosi su alcuni episodi di “effetti collaterali gravi, in qualche caso sfociati in coma per il mix di Bzp e alcol’.