(ANSA) – MILANO, 4 SET – Sul tema della sicurezza i sindaci delle grandi citta’ sono in attesa di un incontro con i rappresentanti del governo: lo ha ricordato il sindaco di Milano, Letizia Moratti, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine della presentazione delle celebrazioni per i 30 anni dalla morte di Maria Callas.
‘Milano – ha detto Moratti – ha posto per prima il tema della sicurezza. Quando abbiamo incontrato il governo, il 20 marzo, erano presenti i sindaci di tutte le grandi citta’, pronti a firmare un documento sulla sicurezza a nostro avviso assolutamente insufficiente. Rispetto a quel documento abbiamo ottenuto di inserire due paragrafi importanti, la firma dei patti per la sicurezza di tutte le citta’ metropolitane (Milano l’ha firmato due mesi dopo) con forze dell’ordine in piu’, e la previsione di una revisione normativa, per mettere i sindaci in grado di far fronte ai fenomeni di degrado e di disagio’.
Il sindaco di Milano, dunque, si riserva ‘di dare un giudizio sull’operato del governo, quando avremo verificato la parte normativa sulla quale stiamo lavorando’. ‘Devo dire – ha aggiunto – che e’ una parte normativa a mio avviso ancora non sufficiente, perche’ non tocca problemi importanti come quelli della prostituzione o della droga. Pero’ mi riservo di dare un giudizio quando avremo, nelle prossime settimane, un ulteriore incontro che e’ in via di definizione’.
Sui provvedimenti in fieri, Letizia Moratti ha detto che si sente regolarmente sia col viceministro Minniti che col ministro Amato. ‘Io non credo – ha detto – che possiamo essere lasciati soli con la responsabilita’ di dover attivare delle ordinanze che sono poi provvedimenti tampone, come l’ordinanza sui lavavetri a Firenze: il problema va aggredito a monte. Deve esserci una coerenza tra la legislazione nazionale e l’impatto sulle citta’ e sulle responsabilita’ dei sindaci’.
In particolare, sul tema della violenza alle donne il Comune di Milano ‘e’ molto attivo – ha detto Moratti – ma occorre prevedere una fattispecie di reato per la violenza che si consuma all’interno delle mura domestiche e un processo per direttissima per il reato di violenza che si consuma sulle strade. Questo noi l’abbiamo chiesto da circa un anno. Abbiamo anche lavorato coi tecnici che ci erano stati indicati dai ministeri di Giustizia e Pari Opportunita’. Pero’ – ha concluso – c’e’ un testo che e’ ancora bloccato in Parlamento e non va avanti: purtroppo anche questo e’ un problema non risolto’.