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(Il Tirreno, 1 settembre 2007) Arriva anche a Pisa il garante per i diritti dei detenuti. Sulle orme di Firenze e di un’altra ventina di città italiane, l’amministrazione comunale ha ufficializzato la nuova figura istituzionale. L’uomo scelto per ricoprire questo ruolo è l’avvocato Andrea Callaioli che è stato selezionato in seguito a una selezione dei curricula pervenuti in Comune. Il garante è una figura prevista dallo statuto del Comune che svolgerà compiti di promozione dei diritti e di partecipazione alla vita civile per i detenuti.
In pratica, si tratterà di un aiutante per superare i cavilli burocratici e gli intoppi procedurali. “Il garante non avrà competenze di tipo giudiziario – ha spiegato il sindaco – ma sarà un punto di riferimento per i detenuti”. Lo stesso Callaioli, intervenuto alla presentazione insieme al sindaco, al direttore del Don Bosco Vittorio Cerri e al comandante del reparto di polizia penitenziaria Marco Garghella, ha affermato: “il mio compito non sarà tanto quello di garantire il rispetto della legge, cosa che avviene già adesso in maniera impeccabile, ma si tratterà soprattutto di fornire un appoggio a chi è sotto restrizione della libertà.
Un esempio? Il lavoro. Svolgere attività nel carcere o cercare di garantire un’occupazione ai detenuti una volta usciti saranno competenza di questa nuova figura”. Il garante non è un avvocato dei detenuti, ma un coordinatore il cui compito è anche quello di aiutare gli avvocati. Callaioli sarà operativo già da oggi e lo sarà ogni martedì dalle 14 alle 16, quando entrerà nell’istituto e aprirà lo sportello nel carcere.

“Presto – ha commentato l’avvocato – discuteremo con il sindaco anche l’istituzione di uno sportello esterno”. La novità del garante si inserisce in una discussione a livello nazionale approdata anche recentemente in parlamento. È alla Camera un disegno di legge che intende recepire una risoluzione dell’Onu del 1993 in materia di diritti umani: l’assemblea Onu aveva previsto in ogni paese la costituzione di una Commissione nazionale per promozione e protezione dei diritti umani e per la tutela dei diritti dei detenuti. Recepita con colpevole ritardo dall’Italia, è ora al vaglio delle istituzioni.
A Pisa, invece, qualche mese fa il consiglio comunale ha modificato lo statuto e ha inserito l’istituzione del garante. Grande apprezzamento è stato espresso dal direttore Cerri che ha sottolineato con entusiasmo la proficua collaborazione col Comune e ha affermato senza mezzi termini che “oggi è stata scritta una nuova pagina nella storia del nostro istituto”. Grandi aspettative ci sono anche da parte del personale di polizia penitenziaria.
A farsene portavoce è il comandante Marco Garghella che ha ricordato quante e quali siano le difficoltà nel rapporto con i detenuti: “Contiamo molto nell’aiuto del garante su varie questioni: ad esempio, alle volte è difficile interagire coi detenuti extracomunitari, anche a causa delle barriere linguistiche, perciò non sempre riusciamo ad accogliere le loro richieste. Contiamo molto sul fatto che questa nuova figura ci aiuti a mantenere basso il livello di tensione”.