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(Notiziario Aduc) “Un popolo di ‘coltivatori’ viene da esclamare a leggere le notizie che quotidianamente ci parlano di denunce, arresti e sequestri per coltivazione di marijuana. Sono molti gli italiani che preferiscono coltivarsela piuttosto che acquistarla presso l’unico mercato ammesso dalle leggi, quello del proibizionismo che fa arricchire a dismisura i narcotrafficanti che in un solo anno realizzano in Italia la gigantesca cifra di 10 miliardi e mezzo di euro”. Lo afferma Rita Bernardini, segretaria dei Radicali italiani, secondo cui “gli aspetti positivi dell’auto-coltivazione sono molti: non si contribuisce ad arricchire la mafia, si sa quello che si coltiva, non si corre il rischio dell’aggiunta di sostanze nocive ne’ quello di incontrare lo spacciatore che ha tutto l’interesse di venderti stupefacenti ben piu’ pericolosi quali l’eroina e la cocaina”.

“Gli aspetti negativi del fai-da-te stanno tutti nell’impazzimento delle leggi proibizioniste che possono riservarti la galera se incappi nel magistrato sbagliato, se sei povero o se non conosci l’avvocato esperto in materia. Una recente sentenza della Cassazione (n. 31968 del 3 agosto – VI sez. Penale) ha stabilito che per fatti di lieve entita’ occorre escludere l’arresto e, fra i fatti di lieve entita’, indica anche la coltivazione di ‘qualche’ pianta di marijuana”.

“Ma solo a dare un’occhiata ad alcuni articoli di stampa ci si puo’ rendere conto di quale livello di irragionevolezza abbia raggiunto la legge in Italia, legge che dovrebbe prendere atto che esistono milioni di consumatori di hashish e di marijuana che, in realta’, lascia nelle mani di pericolosi trafficanti senza potersi permettere di fare una seria politica di informazione, prevenzione e dissuasione”.

“In questa prima meta’ di agosto 2007 dalla baita in Val d’Aosta alla piantagione palermitana, dai terrazzamenti in provincia di Genova al garage in provincia di Latina, dall’orto di Castelletto Ticino alla ‘piccola serra artigianale’ di Soveria Mannelli, dalla camera da letto in quel di Reggio Emilia alla serra ipertecnologica di Guizza (Pd), dalle campagne di Corato al podere di Predappio, e’ tutto un gran lavoro agricolo per giungere al raccolto della pianta proibita, in gergo ‘la maria’. Cosi’ fa tutti. Per lo piu’ giovani, ma non solo: c’e’ lo studente e c’e’ la casalinga, l’hostess 25 enne e l’ingegnere, l’arzillo pensionato di 71 anni e l’insospettabile impiegato, gli sposi cremonesi e, certo, anche il pregiudicato di Genazzano”.
Bernardini sottolinea che “pur essendo la legge ‘uguale per tutti’ molti finiscono in galera mentre i piu’ fortunati se la cavano con una denuncia. Capita cosi’ che il giovane ingegnere al quale vengono sequestrate 32 piante alte due metri viene denunciato, mentre il 71 enne sorpreso con una decina di piante alte dai 20 ai 50 centimetri viene arrestato”.
Dopo aver elencato altri casi di cronaca, Bernardini conclude: “In tutto questo cosa ci sia di una seria azione contro il narcotraffico e per la prevenzione e dissuasione dal consumo e’ tutto da scoprire. La politica italiana di destra, di sinistra e di centro preferisce le prediche impartite per televisione piuttosto che una seria regolamentazione del consumo e -da radicali dobbiamo dirlo- piuttosto che il rispetto dell’esito referendario del 1993 che sanci’ la non punibilita’ del consumo.”