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(Notiziario Aduc) Non rientra nel reato di spaccio la vendita di semi, pur contenenti il principio attivo di un allucinogeno, che non sono compresi nelle tabelle allegate al Testo unico delle leggi in materia di stupefacenti (Dpr 309/90). Lo ha sancito la Cassazione, annullando senza rinvio l’ordinanza del tribunale del Riesame di Bari con cui era stata confermata la custodia cautelare nei confronti di Sandro Barbieri, titolare di uno smart shop del capoluogo pugliese, dove un ventenne, nel settembre scorso, compero’ dei semi essiccati di ‘rosa hawaiana’ contenenti Lsa (i cui effetti sarebbero simili, ma meno potenti, a quelli dell’Lsd) e, dopo averli assunti, mori’ precipitando dal terrazzo del suo appartamento barese.
A carico di Barbieri, indagato per morte come conseguenza di altro delitto e di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, il gip di Bari aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, confermata in sede di Riesame e poi sostituita con gli arresti domiciliari. Per il Tribunale, infatti, non poteva nutrirsi “alcun dubbio sulla natura stupefacente dei semi in questione, avendo la consulenza tossicologica accertata la presenza del principio attivo dell’Amide dell’Acido lisergico (Lsa), inserito nella prima tabella delle sostanze stupefacenti, e comunque essendo notorio l’effetto di natura allucinogena procurato dalla ingestione di semi di ‘rosa hawaiana’ indirettamente tabellata”.
La Suprema Corte (prima sezione penale, sentenza n.19056), ordinando la scarcerazione del titolare dello smart shop, ha invece rilevato che “difettando nel nostro ordinamento una definizione farmacologica dello stupefacente ed essendo stata adottata la nozione legale di esso, sono soggette alla normativa che vieta la loro cessione tutte e soltanto le sostanze specificamente indicate negli elenchi predisposti” e che “di inserimento nell’elenco predisposto, nel caso di vegetali contenenti naturalmente un principio attivo gia’ inserito in tabella, puo’ parlarsi solo quando anche tale vegetale, foglia, semi, etc., sia distintamente compreso in tale elenco”.
Dunque, “non essendo i semi di Rosa Hawaiana” ceduti dal Barbieri al giovane precipitato dal terrazzo “inclusi nelle tabelle allegate al Dpr 309/90, non puo’ -conclude la Cassazione- allo stato dell’attuale normativa, affermarsi che la loro cessione integri il reato di spaccio di stupefacenti”.