Tempo di lettura: 2 minuti

(La Repubblica, 12 maggio 2007) “Sono sporche di sangue le mani dei legalizzatori d’erba”. Va giù pesante l’opposizione. L’incidente di Vercelli in cui hanno perso la vita due bambini è il pretesto per riaprire senza mezze misure lo scontro sulle norme in materia di stupefacenti tra proibizionisti e antiproibizionisti.
La polemica sulla liberalizzazione delle droghe leggere, sulle quantità di uso personale, si riaccende attorno al corpo delle giovani vittime, alle famiglie straziate dal dolore. Con l’opposizione all’attacco del “governo di giardinieri”, tra richieste di test per chi lavora al pubblico servizio, la volontà di mettere fuori legge qualsiasi tipo stupefacente.
Col sindaco di Milano Letizia Moratti che dopo aver proposto il kit test anti droga nelle scuole annuncia che i Sert non distribuiranno più siringhe pulite gratis ai tossicodipendenti e accusa il governo. “L’incidente in cui sono morti i due bambini dimostra che questo governo sottovaluta il problema della cannabis. Se prosegue la politica del ministro Turco, e se va avanti il disegno di legge Ferrero che vuole depenalizzare le cosiddette droghe leggere, questo è il rischio che ci troviamo: molti più episodi di questo tipo, perché a questo punto le droghe saranno legittime”.

È strumentalizzazione”, ribatte il ministro Ferrero, che alla Moratti chiede “cosa direbbe se risultasse che l’autista del bus aveva bevuto troppo: forse che si deve proibire il vino? È evidente come anche su questo tema la destra preferisca la speculazione e la propaganda a ogni seria riflessione”. E propone sanzioni diverse per chi usa sostanze psicotrope, alcol o cannabis, in casa o alla guida mettendo a rischio la vita altrui.
Sanzioni per aumentare il senso di responsabilità dei consumatori. Ieri è stata una lunga giornata segnata da polemiche e accuse. Con Biancofiore di Forza Italia che parla di “mani sporche di sangue”, Gasparri di Alleanza Nazionale che chiede la messa al bando di “tutte le sostanze stupefacenti”. Mentre il centrodestra sottolinea gli “effetti devastanti” delle cosiddette droghe leggere e chiede il ritorno alla legge Fini-Giovanardi, ma anche controlli severi per gli autisti di bus pubblici e privati.
Dai banchi dell’opposizione Elisabetta Gardini (Fi) ribadisce la necessità di non legalizzare le dosi minime di droga e Alfredo Mantovano (An) chiede se dopo quanto accaduto il ministro Ferrero intenda ancora cambiare la norma della legge sulla droga. “Piuttosto che tentare di cancellarla, la Fini Giovanardi andava sostenuta”, aggiunge Maurizio Gasparri (An), mentre l’eurodeputata Alessandra Mussolini (Alternativa sociale) sottolinea che drogarsi è un reato, “perché chi si droga mette in pericolo la vita propria e quella degli altri.
Per Silvana Mura (Idv) se l’assunzione di droga da parte dell’autista è alla base dell’incidente, sarà necessario “aprire una seria riflessione sull’ipotesi di rendere illegale sempre e comunque anche il consumo di droga, cancellando il concetto di quantità per uso personale”. Voci fuori dal coro quella di Vladimir Luxuria del Prc (“Secondo me, in Parlamento ci sono alcuni che si drogano. la smettano di fare i moralisti sull’uso delle droghe”). E in serata dal ministro della Salute Turco arriva la prima risposta concreta. Dice immediatamente sì ai “test periodici obbligatori per verificare l’assunzione di stupefacenti, alcol e farmaci che possono compromettere la capacità di guida degli autisti”.