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(ASCA) – Roma, 21 mar – ”Il decreto del ministro della salute del 4 agosto 2006 deve essere annullato in quanto la motivazione dell’atto, peraltro esclusivamente orientata nell’ambito delle ragioni sanitarie, non spiega le ragioni delle scelte operate, ne’ esse vengono adeguatamente giustificate sulla base di approfondimenti tecnici specifici sugli effetti dannosi delle sostanze stupefacenti in questione”. Cosi’, le motivazioni, depositate oggi, del Tar del Lazio i cui giudici hanno deciso di annullare il cosiddetto Decreto Turco, il provvedimento che ha innalzato da 500 milligrammi a 1 grammo la quantita’ massima di detenzione di cannabis al di la’ della quale scattano le sanzioni penali. Secondo il Tar, il provvedimento si basa su un asserito ”minore potere – rispetto ad altre sostanze stupefacenti, ndr – di indurre alterazioni comportamentali e scadimento delle capacita’ psicomotorie, senza considerare che per il secondo dei suddetti parametri e’ prevista un’alta incidenza ed intensita’ di effetti disabilitanti, intesi proprio come grave scadimento della performance pisco-motoria nell’esecuzione di compiti complessi. In relazione a tale parametro il raddoppio del fattore moltiplicatore, da 20 a 40, non appare certo congruo”. I giudici della III sezione quater del Tar del Lazio, avevano sospeso la legge il 15 marzo scorso accogliendo il ricorso proposto dal Codacons e da altre associazioni. Il ministro ha annunciato di voler ricorrere al Consiglio di Stato contro questa decisione.