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In occasione del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Chemical Sisters e Forum Droghe rilanciano in Italia la Campagna internazionale EVAWUD (Elimination of Violence Against Women who Use Drugs) con l’obbiettivo di porre fine a tutte le forme di violenza contro le donne e le persone non binarie che usano droghe e di migliorare le politiche sulle droghe nel rispetto dei diritti umani e della promozione della riduzione del danno.

Per le associazioni le donne e le persone non binarie che fanno uso di droghe sono soggette ad un’ampia gamma di violenze a causa della repressione dell’uso di sostanze illegali. La stigmatizzazione, la criminalizzazione e la corruzione, determinate dalle leggi degli Stati, causano danni alla salute e alla sicurezza delle donne e agiscono come barriere all’accesso ai servizi fondamentali per la riduzione dei danni e contro la violenza di genere.

Chemical Sisters e Forum Droghe sottolineano come “a livello globale il tasso di violenza di genere subita tra le donne e le persone non binarie che fanno uso di droghe è 25 volte quello delle altre donne nella popolazione generale. Questa violenza include (ma non si limita a) omicidi extragiudiziali e pene capitali, sterilizzazione e aborto forzati e coatti, stupri, molestie sessuali, violenze da parte della polizia, torture e maltrattamenti, detenzione per semplice possesso o uso personale. Una violenza strutturale che, oltre allo stigma, spesso provoca anche la perdita della custodia dei figli, la penalizzazione per uso di droga in gravidanza e altri tipi di discriminazioni”.

Nel mondo oltre un terzo delle donne sono in carcere per reati di droga, in aumento del 53% rispetto al 2000. In Italia, al 30 giugno scorso, oltre il 28% delle detenute è in prigione per violazione del Testo Unico sugli stupefacenti. A causa della guerra alla droga, le sopravvissute hanno poche possibilità di ricorso e spesso nessun sostegno, soprattutto in caso di violenza da parte della polizia, delle guardie carcerarie e del personale dei centri di “trattamento” obbligatorio. Le esperienze di violenza contro le donne che fanno uso di droghe sono ancora più estreme per quelle che subiscono discriminazioni intersecanti, come per le donne di colore, le lavoratrici del sesso o le donne trans. Queste condizioni sono peggiorate durante le restrizioni del COVID-19, che hanno creato contesti che hanno intensificato la violenza di gruppo senza risposte adeguate alle vittime di violenza.”

Per Forum Droghe e Chemical Sisters “la depenalizzazione è fondamentale, insieme all’espansione della riduzione del danno e l’inclusione di servizi di supporto sensibili al genere e adeguati all’età sono altrettanto fondamentali”. Le associazioni chiedono quindi “la fine della guerra alla droga per porre fine anche alla violenza contro le donne e le persone non binarie che fanno uso di droghe. Leggi e politiche vanno modificate al fine di garantire che le persone che fanno uso di droghe godano di un trattamento equo e paritario.”

La campagna internazionale è promossa dal Women and Harm Reduction International Network (WHRIN) insieme a YouthRISE, EuroNPUD e EWNA con l’adesione italiana di Forum Droghe e Chemical Sisters. Il testo dell’appello è disponibile su fuoriluogo.it.