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La canapa è stata usata per alleviare il dolore per migliaia di anni in India, Cina, Africa, Medio Oriente, America del Sud – Alla metà dell’800 è introdotta nella farmacopea occidentale e ampiamente utilizzata come analgesico e ipnotico sotto forma di tintura (la cannabis indica); agli inizi dell’900 è gradualmente sostituita dall’aspirina e dai barbiturici, mentre cresce l’uso ricreativo. – Nel 1937 in America è emanata la prima legge restrittiva (Marijuana Tax Act), che impone vincoli rigidissimi alla prescrizione terapeutica tanto che i medici la abbandonano. La classe medica diventerà in seguito il più potente agente della repressione. – Negli anni ’70 la diffusione dell’uso ricreativo di marijuana tra i giovani ne fa riscoprire le proprietà terapeutiche: la canapa si rivela utile per contrastare gli effetti collaterali di nausea e vomito della chemioterapia nei malati di cancro, nonché nella cura del glaucoma e dell’Aids. Attualmente si sono identificati 30 sintomi e sindromi per cui la canapa è indicata. – Nel ’96 in California passa il referendum popolare contro l’incriminazione dei malati consumatori di marijuana prescritta da un medico. Da allora altri pronunciamenti simili si sono avuti in altri 7 Stati. Il governo centrale ha però bloccato l’applicazione dei referendum, rivendicando la competenza federale e minacciando i medici che prescrivessero la marijuana di privarli della licenza all’esercizio della professione. – Nel Marzo del ’99 esce il rapporto dell’Istituto di Medicina dell’Accademia Nazionale delle Scienze (IOM), commissionato dal governo americano, che riconosce il valore medico della canapa. Analogo pronunciamento si era avuto in Inghilterra col rapporto della camera dei Lords, alla fine del ’98. (a cura di Grazia Zuffa)