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La Cooperativa Humus è nata nell’Ottobre 1997 per iniziativa di 18 giovani di Ascoli Piceno, nelle Marche, per reintrodurre le colture tradizionali del nostro paese e tra queste la canapa: l’Italia è stato il secondo produttore mondiale di questa pianta, ma la coltivazione è del tutto scomparsa con l’avvento del proibizionismo. Insieme ad Assocanapa, il coordinamento nazionale dei produttori, la Cooperativa ha promosso nel 1998 una sperimentazione sull’utilizzo della canapa nell’industria cartaria, che ha dato risultati sorprendenti, aldilà di ogni più rosea aspettativa. Il progetto, finanziato dal Consorzio Universitario Piceno, con il sostegno della Regione Marche, è stato realizzato dall’Istituto Poligrafico dello Stato. La pasta di cellulosa ottenuta è stata inviata a diverse cartiere italiane (Fabriano, Bologna, Vicenza) per essere testata nei loro laboratori. Alcune di queste cartiere utilizzano già cellulosa di canapa importandola dall’estero ad un prezzo circa tre, quattro volte superiore a quello della cellulosa normale. I risultati dei laboratori di queste cartiere sembrano confermare le conclusioni cui è giunto il Poligrafico di Stato: la pasta di cellulosa di canapa può essere utilizzata non solo per prodotti particolari, come le carte pregiate, ma anche su vasta scala, come la carta da giornale. Utilizzare la canapa nel settore cartario significherebbe aprire prospettive enormi sia in campo agricolo, sia industriale, sia soprattutto ecologico e ambientale. Non va poi sottovalutato l’aspetto occupazionale. Dopo aver lavorato la canapa per produrre carta, i sindacati di un’azienda di Foggia, la IPZS, hanno avanzato la proposta di attivare una “linea canapa” nel loro stabilimento. Se attuato, un simile progetto consentirebbe di salvare circa trecento posti di lavoro e di mettere a coltura almeno 10.000 ettari di canapa (oggi ne sono coltivati, in tutta Italia, appena 300). Tutto sta a vedere se in Italia, paese che importa circa il 90% della cellulosa di cui ha bisogno, esiste la volontà politica, anche a livello di governo, di effettuare scelte innovative per utilizzare materie prime nazionali nei processi industriali. Ma bisogna vincere le diffidenze. Dal punto di vista normativo ciò significa eliminare i possibili equivoci che hanno portato, in diversi casi, ultimo quello della stessa Cooperativa Humus, al sequestro preventivo di piantagioni di canapa da fibra da parte delle forze dell’ordine, spesso del tutto disinformate delle nuove circolari che autorizzano la coltivazione di canapa. Il rilancio di questa produzione, che fino allo scorso anno sembrava solo una ipotesi stravagante, inizia ad essere una prospettiva concreta in linea con quello “sviluppo sostenibile” che oggi, in Italia e in Europa, è al centro della programmazione nei vari settori produttivi. Ciò gioverebbe all’ambiente, al lavoro, all’industria e, più in generale, alla qualità della vita dei cittadini.

*Presidente della cooperativa Humus