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Negli USA è nata una nuova rivista: si chiama Brill’s Content. Sin qui, niente di eccezionale. Ne nascono tante anche da noi, senza, peraltro, che se ne avverta il bisogno, essendo in gran parte indifferenziate clonazioni di uno stesso sciatto pressapochismo e pigro conformismo. Basti guardare le titolazioni o la gerarchia delle notizie, pressoché identiche su tutti i giornali, come del resto i testi, spesso e volentieri semplicemente “scaricati” dalle agenzie, per essere poi “rimontati” con insignificanti variazioni (e con eventuali errori compresi) e, spudoratamente, firmati dal “giornalista” come fosse farina del suo sacco. Della “verifica della notizia” è smarrito ormai lo stesso concetto. La classica “inchiesta” è fatica sconosciuta ai più. Non parliamo dell’affidabilità dei dati (le tabelle pubblicate dai quotidiani non riportano quasi mai la fonte; normalmente fa eccezione il “Sole 24 ore”).

Insomma, il “Grande Fratello” esiste già. Si chiama ANSA (o ADN, o AGI, o DIRE, per i più raffinati ed esterofili REUTERS), ma ama mimetizzarsi dietro firme diverse, non di rado considerate “penne” autorevoli: plagiatori il cui nome è legione e la cui missione (riuscita) è l’omogeneizzazione dell’informazione.

Ciò che differenzia la neonata rivista statunitense è lo scopo dichiarato: vigilare criticamente sul mondo della stampa e delle televisioni, rintracciandone e denunciandone gli errori, le censure e le compiacenze, le bugie, le scorrettezze, le incompetenze, la scarsa deontologia. Bisognerà vedere se tali finalità saranno rispettate, ma certo le intenzioni sono encomiabili. E, purtroppo, inimmaginabili in Italia. Non tanto perché manchino giornalisti onesti e competenti (pur se anch’essi sovente patiscono i ferrei meccanismi dell’industria della notizia), quanto perché sarebbe impossibile trovare le risorse per un giornale che, per risultare congruente a quello scopo, programmaticamente e di necessità rompesse le logiche delle corporazioni e non si mostrasse ossequiente a gruppi di potere o a schieramenti politici e culturali (Brill’s Content è nato con un investimento di 40 miliardi). A nessun Re piace essere smascherato nella propria nudità.

La verità non esiste, dice il filosofo, ed è facile convenirne. Tuttavia, esistono le bugie e la disinformazione. In buona o in cattiva fede. Per pigrizia o per incompetenza. Negli USA, ogni tanto, costano il licenziamento; in Italia, facilmente, producono scatti di carriera.

Esistesse da noi Brill’s Content, potrebbe programmare numerosi numeri monografici sull’informazione relativa alla legge Simeone-Saraceni e dintorni. Una vicenda in cui bugie e inesattezze sono state propalate generosamente. Senza risparmio e senza pudore. Da professionisti della disinformacija e da recettori di pubblici consensi. O, al meglio, da giornalisti (e politici, e magistrati, e opinionisti) colpevolmente disinformati.

Troppo lungo sarebbe riportare e contestare le cronache sulla campagna contro la nuova legge. Il lettore volenteroso è invitato a confrontare gran parte delle interviste, commenti, inchieste (si fa per dire), editoriali di quei giorni con il testo della legge e con i dati statistici o, scarseggiando il tempo e la documentazione, basti leggere il bell’articolo di Sandro Margara, direttore generale dell’amministrazione penitenziaria, pubblicato dall’”Unità” del 18 giugno 1998, in quest’occasione forse il quotidiano più attento e corretto.

Qui ci limitiamo a proporre alcune spigolature, declinando ogni responsabilità per grammatica e sintassi.

COPYRIGHT

“La Camera approva la legge svuota carceri” (Titolo, “la Repubblica”, 29 aprile 1998).

DIAMO I NUMERI?

“Scatta la legge Simeone per le condanne sotto i tre anni. Sono tra le 10.000 e le 12.000 le persone che da oggi non entreranno più in carcere. 1500 quelle che escono. Pene lievi, niente carcere. Sono tra le 10.000 e le 12.000 le persone “graziate”” (Titoli e occhielli, “Il Mattino”, 15 giugno 1998).

GENOVA PER NOI

“”La Simeone legalizza di fatto lo spaccio e il furto – commenta Rita Paglia, del comitato di piazza Fossatello – gli spacciatori saranno liberi di fare quello che vogliono, mentre crescerà l’insicurezza per le fasce deboli, le donne, i bambini, gli anziani”. (…) Aldo Siri, presidente della circoscrizione Centro-Est (…): “Con la Simeone, lo spacciatore è tranquillo, il cittadino no. Io sono contrario a chi si fa giustizia da sé, ma se domani i cittadini decidessero di farsela, non potrei condannarli”” (ANSA, 15 giugno 1998).

DELLE DUE, L’UNA

“Legge svuota-carceri: solo pochi detenuti lasceranno le celle” (Titolo, “Il Mattino”, 16 giugno 1998).

IN PAROLE POVERE E TEMPESTIVE

“È da ieri in vigore la cosiddetta legge Simeone-Saraceni. Di che si tratti i lettori di Repubblica sono stati informati tempestivamente: in parole povere, la punizione del carcere sarà riservata solo ai tagliagole, ai mafiosi e ai terroristi. Per gli altri, nella più punitiva delle ipotesi, ci saranno gli arresti domiciliari o il regime della semilibertà. (…) Questo è inoltre un raro esempio di legge con validità retroattiva” (Commento senza firma, “la Repubblica”, 16 giugno 1998).

A OGNUNO I SUOI TEMPI

“Ma lei cosa pensa della nuova legge? “È un condono mascherato”. La legge dice che voi dovete provvedere entro 45 giorni… “Un momento non è proprio così”. Lei si prenderà più tempo? “Certo che me ne prenderò di più”” (Intervista a Maria Rosaria Marino, giudice di Sorveglianza, “la Repubblica”, 16 giugno 1998).

MEGLIO I CONVEGNI DELLE SCARTOFFIE

“(…) a un seminario sulla criminalità promosso da Italia Democratica, questa mattina, a Roma, alla legge Simeone c’era stato solo qualche accenno (…) dal GIP del tribunale dei minori di Roma che è anche giudice di sorveglianza, Maria Teresa Spagnoletti, che si era limitata a scusarsi per dover lasciare il convegno avendo l’ufficio invaso da richieste di scarcerazione per l’entrata in vigore della Simeone”(ANSA, 16 giugno 1998).

COLPI DI SOLE

“Detenuti in attesa dell’esodo. Solo a San Vittore già duecento le domande presentate per ottenere le pene alternative” (Titolo e occhiello, “la Repubblica”, 16 giugno 1998).

ONOREVOLE FARMACISTA

“”Al signor Simeone farei provare quello che ha provato mio genero. Vorrei vedere proprio lui dietro il banco della farmacia di mia figlia”. Donna Assunta Almirante completa le scomuniche di partito nei confronti del deputato di An (…) la signora parte da una tragica esperienza personale: il marito della figlia Giuliana morì di crepacuore dopo l’ennesima rapina alla sua farmacia (…) la vedova Almirante si è fatta l’idea che la legge appena varata “invoglierà ancora di più i delinquenti a tormentare la gente onesta”” (“la Repubblica”, 18 giugno 1998).

PAROLE IN LIBERTÀ

“Che cosa rivela questa legge “svuota carceri”? Rivela, o meglio conferma, che questo primo (e si spera ultimo) governo dell’Ulivo è il governo più ferocemente classista che l’Italia repubblicana abbia mai avuto in tutta la sua storia. Rivela e conferma, cioè, che la sinistra al potere detesta i poveri” (Ruggero Guarini, editoriale, “il Giornale”, 19 giugno 1998).

SELF-EDUCATION

“Quale serietà ha la pretesa dello Stato di educare un cittadino a 15 anni dalla commissione del reato? Lo ha chiesto il leader storico dei Movimenti riuniti e membro del direttivo dell’Associazione nazionale magistrati, Mario Almerighi, per il quale nel tempo che trascorre tra il reato e l’applicazione delle pene alternative o il cittadino è pericoloso o può accadere che si è rieducato da solo” (ANSA, 22 giugno 1998).