Tempo di lettura: < 1 minuto

L’Europa esce malconcia dalle elezioni del 13 Giugno. L’alto astensionismo in molti paesi ha sanzionato l’inconsistenza politica del Vecchio Continente, emersa in tutta evidenza nella guerra del Kossovo. La bocciatura delle sinistre al governo ha sancito l’inesistenza di un progetto sociale per l’Europa, aldilà dei precari allori della moneta unica. L’unico spiraglio di ottimismo della “maledetta domenica” viene, guarda caso, da un paese che dell’Unione non fa parte: il 54,5% dei cittadini elvetici ha riconfermato il decreto federale che estende a tutti i cantoni la facoltà di avviare la somministrazione controllata di eroina ( integrata con misure di sostegno sociale) . Dopo i risultati positivi della sperimentazione, l’eroina terapeutica entra definitivamente “a regime” sull’onda di un pronunciamento popolare: sono circa tremila i soggetti che rientrerebbero nei criteri del programma. Dunque la piccola Svizzera “sfida” il colosso europeo dai piedi d’argilla, con coraggiose scelte di tolleranza e forte investimento in politiche sociali. Ruth Dreifuss, la presidente della Confederazione, aveva aperto la campagna elettorale con due cavalli di battaglia: l’efficacia ,dimostrata aldilà di ogni dubbio, dei programmi con eroina (in termini di miglioramento della salute, integrazione sociale, riduzione della microcriminalità ); l’interesse internazionale per la politica svizzera (dall’Australia e Canada alla Spagna, Danimarca e Olanda). Molti di questi sono paesi europei, ma finora l’Europa, né come parlamento, né tantomeno come governo dell’UE, è riuscita a partorire un indirizzo politico coerente in questa direzione. Questo era il senso dell’appello di Forum Droghe ai candidati alle elezioni. Fra quanti lo hanno sottoscritto, una ventina sono stati eletti. Non sono molti, ma neppure pochi. Se sapranno suscitare il dibattito, creare alleanze, fare delle droghe un tema centrale dell’Europa sociale. Per parte nostra li incalzeremo in questa battaglia. E’ una promessa, non una minaccia.