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I paesi dell’Europa pagano ogni giorno i guasti economici, sociali ed umani conseguenti ad una politica sulle droghe largamente basata sull’approccio repressivo dettato a livello mondiale dalle convenzioni ONU: basti pensare che nelle prigioni europee oltre la metà dei detenuti sono stati condannati per reati di violazione delle legislazioni sugli stupefacenti o connessi alla droga. A fronte di tutto ciò nessun risultato concreto è stato raggiunto nel limitare la disponibilità di droga sul mercato illegale, anzi, a detta dello stesso ultimo rapporto mondiale delle Nazioni Unite, le coltivazioni e il traffico internazionale si stanno estendendo. L’occasione delle elezioni del nuovo Parlamento europeo può rappresentare un punto di svolta per la ricerca di nuove politiche fondate su un approccio più tollerante ed umanitario, rafforzando le politiche sanitarie e sociali, e limitando al contempo il ricorso al diritto penale e al carcere. In alcuni paesi europei già si persegue o si inizia a perseguire un indirizzo di tal genere. Soprattutto per iniziativa delle municipalità, si sono avviate politiche di riduzione del danno, per contenere i rischi per la salute, nonché i rischi sociali legati alla clandestinità e all’illegalità, sia per i consumatori che per la collettività nel suo insieme. Su questa strada si vanno estendendo le sperimentazioni su basi scientifiche, come la somministrazione controllata di eroina, che in Svizzera ha conseguito risultati incoraggianti. Del resto lo stesso Parlamento europeo aveva già affermato, in una sua risoluzione, che le politiche repressive non hanno contribuito alla risoluzione del problema delle droghe e recentemente, nell’ottobre del 1998, ha approvato una raccomandazione che valorizza le esperienze di sperimentazione basate su un “approccio pragmatico”. Ma è ancora troppo poco. Pur mantenendo il principio irrinunciabile delle autonomie nazionali e regionali, é ormai tempo che il vasto patrimonio di sperimentazioni locali possa trasformarsi in indirizzi certi delle politiche europee, dei singoli stati e dell’Unione nel suo complesso; e che l’Europa intraprenda anche in sede internazionale una battaglia politica di riforma delle politiche sulla droga.

Ci rivolgiamo perciò ai candidati alle elezioni perché si impegnino a sostenere nel Parlamento europeo le seguenti linee:
1.Ridurre l’area d’intervento della legge penale, quale premessa indispensabile per il rilancio degli interventi sociali e sanitari, attraverso la depenalizzazione della detenzione finalizzata all’uso personale e del consumo di tutte le droghe e la distinzione del trattamento legale delle diverse droghe, decriminalizzando o legalizzando la cannabis; autorizzando comunque da subito la sua utilizzazione a scopo medico.
2. Potenziare, anche con opportuni investimenti di risorse economiche, le politiche di riduzione del danno, offrendo ai consumatori strumenti di integrazione e sostegno sociale e riconoscendoli come cittadini portatori a pieno titolo di tutti i diritti; promuovere senza pregiudizi la sperimentazione a tutto campo, compresi i programmi di somministrazione controllata di eroina verso parti mirate di popolazione tossicodipendente.
3. Sostenere una riforma delle convenzioni ONU che permetta ai singoli stati e all’Europa di intraprendere politiche più flessibili ed efficaci.

Giovanni Bollea, Luigi Ciotti, Andrea Gallo, Luigi Ferrajoli, Franco Maisto, Toni Muzi Falconi, Livio Pepino, Elvira Sellerio.

Per adesioni: Forum droghe tel. 0667604453 fax 0667602362