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Il Coordinamento Radicale Antiproibizionista (CORA) sta cercando di presentare in tutte le procure della Repubblica un esposto sulla mancata attuazione delle disposizioni di legge relative ai giorni e agli orari di apertura dei servizi pubblici per le tossicodipendenze (SERT). Il Testo Unico delle leggi sugli stupefacenti (DPR 309/90, art. 118, comma 3) così dispone: "Entro sessanta giorni dall’emanazione del decreto di cui al comma 1, in ogni unità sanitaria locale è istituito almeno un servizio per le tossicodipendenze in conformità alle disposizioni del citato decreto. Qualora le unità sanitarie locali non provvedano entro il termine indicato, il presidente della giunta regionale nomina un commissario ad acta il quale istituisce il servizio reperendo il personale necessario anche in deroga alle normative vigenti sulle assunzioni, sui trasferimenti e sugli inquadramenti. Qualora entro i successivi trenta giorni dal termine di cui al primo periodo il presidente della giunta regionale non abbia ancora nominato il commissario ad acta, quest’ultimo è nominato con decreto del ministro della Sanità…". Il decreto attuativo fu emanato il 30 gennaio 1991 (DM 444/90); art. 5 possiamo leggere: "…Le UU.SS.LL. – tramite i SERT – assicurano l’espletamento delle attività assistenziali ai tossicodipendenti, nell’arco delle ventiquattro ore e per tutti i giorni della settimana… Ferma la necessità di assicurare l’apertura continuativa dei SERT per ventiquattro ore nei giorni feriali e festivi nelle aree di maggior rilevanza numerica dei tossicodipendenti, individuate dalla Regione, l’assistenza ai tossicodipendenti è assicurata, nelle altre zone, mediante l’apertura dei SERT per non meno di dodici ore nei giorni feriali e di sei ore nei giorni festivi…". La legge parla chiaro: entro il mese di maggio del 1991 dovevano essere istituiti in tutta Italia SERT adeguati a rispondere ai bisogni dei cittadini tossicodipendenti, che necessitano di assistenza sanitaria anche e soprattutto la notte, il sabato, la domenica, nelle feste comandate. La legge, tuttora in vigore, prevede precise responsabilità e lo strumento straordinario del commissario ad acta per garantirne il rispetto. Sono passati sette anni: la legge è rimasta sulla carta in gran parte d’Italia. La mancata attuazione della legge ha significato una grave e protratta mancanza di assistenza sanitaria per milioni di cittadini, in violazione dei diritti costituzionali alla salute (art. 32) e all’eguaglianza di fronte alla legge (art. 3); ha significato, cioè, maggior danno, maggior sofferenza, maggiore violenza, maggior rischio di morte per milioni di cittadini tossicodipendenti e, indirettamente, per l’intera società. Ricordo che i SERT sono deputati alla cura e prevenzione non solamente delle tossicodipendenze da eroina ma anche delle alcoldipendenze e delle politossicodipendenze, nonché delle infezioni, tra cui quella da HIV, a esse correlate. Negli ultimi anni, poi, si sono venute affermando nuove problematiche, quali quelle derivanti dal consumo delle "droghe sintetiche" e dal diffondersi delle tossicodipendenze fra i minorenni e fra la popolazione extracomunitaria. Eppure, dal 1991 a oggi: si sono svolte due Conferenze nazionali sulle droghe "per fare il punto della situazione"; sono stati dedicati alle droghe migliaia di articoli, di programmi televisivi "di approfondimento"; molti, troppi, si sono iscritti al "partito dell’Antidroga", soprattutto a ridosso di ogni elezione, e hanno portato a casa voti e applausi facili, dimenticando poi, giorno per giorno, di assicurare il rispetto di basilari disposizioni di legge (o di modificarle, se ritenute superate o sbagliate). Il CORA, in dieci anni di attività, non ha mai messo sulle sue iniziative il "bollino blu"; ha sempre cercato di far circolare le conoscenze, le idee, i metodi di lotta che ha saputo creare; anche il nostro esposto è uno strumento a disposizione di chiunque lo voglia utilizzare, modificandolo, integrandolo, adattandolo alla propria realtà. Pensiamo, in particolare, ai cittadini tossicodipendenti, il cui silenzio è ormai assordante e intollerabile; non è possibile che migliaia di cittadini sfilino per rivendicare la "libertà di cura" in campo oncologico (con il corollario di strumentalizzazioni mediocri all’insegna di un "No al metadone, no all’eroina, liberalizziamo la somatostatina") e migliaia di altri cittadini (i tossicodipendenti e le loro famiglie) rimangano nel buio e nel silenzio in cui li hanno cacciati le leggi proibizioniste. Se è questo lo stato delle cose, uno-due-dieci-cento esposti in cento procure (ma anche, perché no?, cento esposti in ogni procura) possono essere la cruna d’ago attraverso cui far passare nuove consapevolezze, nuovi diritti, nuove libertà di cura e di vita, non solo per chi, il giorno e la notte, dal lunedì alla domenica, patisce sulla propria pelle il danno della droga, il danno del proibizionismo… e il danno del menefreghismo ipocrita. Per informazioni, per richiedere copia dell’esposto, potete rivolgervi alle sedi del CORA di Roma (via di Torre Argentina 76, tel. 06/689791) o di Torino (via Bonelli 1/A, tel. 011/4368860). …E grazie a Fuoriluogo per l’ospitalità

* Coordinamento Radicale Antiproibizionista