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Caro Ministro, caro Sindaco,
chi Vi scrive è in operatore pubblico nel campo della patologia delle dipendenze della cintura di Torino.
Lavoro in questo ambito da circa 30 anni; dall’inizio degli anni ’80 studio quotidianamente quanto viene proposto dalla letteratura scientifica internazionale al fine di migliorare gli standard dell’assistenza nei servizi di cui mi occupo. In ragione di questo impegno e della mia disponibilità le 9 principali Società Scientifiche ed Associazioni professionali di settore in Italia mi hanno affidato, ormai da quasi 3 anni, il compito di coordinarne le attività nell’ambito di una Consulta nazionale. Collaboro inoltre al principale gruppo di revisione delle evidenze in medicina, la Cochrane Collaboration e sono componente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio droghe al Ministero della Solidarietà sociale. Tutto ciò non per “autoincensarmi” ma per sottolinearVi che quello che affermerò non è l’opinione – pur rispettabilissima – dell’uomo della strada.

Pur avendo come tutti – credo sia un diritto costituzionale – precise convinzioni politiche, ho sempre creduto in una netta separazione tra queste e la mia pratica tecnica che ho sempre invece informato alla “religione” delle evidenze scientifiche. Credetemi, per uno come me che ha fatto di ciò una delle principali ragioni della propria vita, sentirmi dire “beh, adesso abbiamo sentito il dott. Jarre ora sentiamo ‘quelli delle Comunità’” dove spesso ci si riferisce a stimatissimi sacerdoti ma non ad uomini di scienza…oppure, peggio ancora, “adesso sentiamo uno di destra” permettete, come si dice… piange il cuore.
Le evidenze scientifiche dimostrano (ad oggi e con gli strumenti disponibili…checchè ne dica il dott. Costa dell’UNODOC che su questi aspetti ha una posizione antiscientifica ed ideologica) che i 2 interventi sull’uso problematico di droghe di cui si discute a Torino da alcuni mesi funzionano.
I 2 interventi sono (è meglio ricordarlo e fare un poco di chiarezza perché c’è una grande confusione alla quale, perdonatemi, avete contribuito anche Voi con le Vostre ondivaghe prese di posizione…):

  • la somministrazione controllata di eroina, terapia medica riservata ad un gruppo ristrettissimo di pazienti che non rispondono adeguatamente ad altri interventi con i farmaci oppio agonisti più utilizzati (metadone e buprenorfina); è efficace sia per ridurre l’impatto di salute che quello del rischio criminogeno nella popolazione bersaglio; dal momento che riguarda pochissime persone (a Torino probabilmente sarebbero meno di 100 !!!) non ha alcun significativo impatto sulla salute pubblica e sulla sicurezza generale della città; pone evidenti problemi etici in quanto si tratta di utilizzare come farmaco la stessa sostanza d’abuso, il che da un lato rischia di stigmatizzare come “irrecuperabili” i diretti destinatari dall’altra di dare un messaggio di “cinismo sociale” alla cittadinanza tutta;
  • i luoghi protetti per il consumo iniettivo (le cosiddette “narcosalas” come impropriamente definite dai media) intervento di Riduzione del Danno, di salute pubblica riguardante potenzialmente in una città come Torino molte centinaia di persone non ancora afferite ai servizi o che da questi si sono allontanate. Si tratta di luoghi dove viene concentrato e razionalizzato il fenomeno disperso, pericoloso per i consumatori ed i cittadini e nascosto (quindi anche poco soccorribile) dell’uso iniettivo di strada. Non pone alcun evidente problema etico giacchè semplicemente organizza in modo più vantaggioso per tutti qualcosa che nessuno, allo stato attuale delle conoscenze, è in grado di comprimere oltre un certo livello.
    Si tratta di un tipo di servizio che si è dimostrato efficace nei paesi in cui è attivo (dopo avere superato la fase sperimentale) da oltre 20 anni. Si tratta non di “bengodi della droga” come superficialmente viene lasciato intendere da alcuni, ma di paesi seri come la Germania, la Svizzera, l’Olanda, la Spagna, la Norvegia, il Lussemburgo, l’Australia ed il Canada. Tutti paesi, signor Ministro, che hanno una legislazione simile alla nostra.
    I più recenti studi australiani, canadesi e tedeschi segnalano che questi dispositivi non hanno determinato nessun aumento né del consumo né della criminalità correlata, ma, anzi, fenomeni di segno assolutamente contrario. Diminuiscono le infezioni gravi e le morti. In modo inequivocabile. E aumentano sicurezza e tranquillità per la cittadinanza tutta, tant’è che nessuno di questi servizi (oramai sono quasi un centinaio) è stato chiuso. Fatto ancor più sorprendente – dimostrato in particolare a Vancouver – aumentano i tossicodipendenti che, frequentando questo servizio, decidono di intraprendere un vero percorso di cura (provi signor Sindaco a farsi raccontare qualcosa dal suo collega sindaco Sam Sullivan quando andrà a consegnargli la fiaccola, la “narcosala” di Vancouver si chiama “Insite” ed è stata recentemente rifinanziata …Insite is the first legal supervised safe injection site in North America ….The site has the support of Vancouver’s mayor Sam Sullivan, British Columbia’s premier Gordon Campbell and former high-profile Vancouver mayors Larry Campbell, Mike Harcourt, and Philip Owen- Insite è la prima stanza legale supervisionata per l’iniezione sicura nell’America del nord…essa ha il sostegno del sindaco Sam Sullivan, del governatore della British Columbia Gordon Campbell e dei precedenti sindaci Larry Campbell, Mike Harcourt, and Philip Owen ).

Questi sono dati signor Sindaco, signora Ministra, le altre sono solo chiacchiere.

Dei 5.000 episodi iniettivi per droga stimabili al giorno a Torino, probabilmente oltre 1.000 si verificano in luoghi aperti, pericolosi, insicuri e nascosti. Come dire 40 all’ora, quasi uno al minuto. Questo accade oggi, accadrà domani, dopodomani e lunedì, il giorno che si voterà a Torino in Consiglio comunale la mozione in discussione su questi temi.
Basterebbe questo per chiudere la discussione in un paese civile; la vera questione etica – e questo lo dico anche a coloro che professano motivi di fede per opporsi all’apertura di questo servizio – è la situazione attuale.

Provate a farvi un giro per le scarpate della Dora, nelle trincee ferroviarie, a Tossic Park!
E’ falsa, fuorviante ed in malafede la contrapposizione tra questi servizi e la catena dei servizi di cura. Il sottoscritto dirige un Dipartimento nel quale vi sono a pieno titolo 2 Comunità terapeutiche pubbliche, un Centro diurno, 8 Ambulatori territoriali di cura e così via. E crede fermamente nella cura delle tossicodipendenze; non ha però mai visto un cadavere guarire.
Forse questo può non interessare a chi si occupa della salvezza delle anime ma a chi si occupa della salute delle persone concrete si, eccome.
Spiace signor Sindaco che lei non abbia mai trovato in questi mesi un solo minuto per venire in una delle sedute delle Commissioni consiliari dove queste cose sono state lungamente discusse ed argomentate.
Il Suo voto signor Sindaco in Consiglio comunale sarà, lo ricordi, non per una cosa “giusta o sbagliata”; sarà il voto che – abbia pazienza ma è in ultima analisi così – condannerà o meno a morte Giorgio, Antonio, Filippo, Giovanna, Pina e così via.
Forse al Sindaco di Torino ed alla Ministra della Salute ciò non interessa; a loro ed ai loro familiari si. Come a chi si preoccupa della salute delle persone più che di quella degli “equilibri politici”. Forse, però, anche a Livia e Sergio in realtà interessa.
Proverete Voi poi a spiegarlo ai famigliari di quei morti in meno che non ci saranno – saranno persone reali, ve ne rendete conto?! – che avete scelto così, che quelle persone sono morte perché non si poteva, come dite Voi “dare un messaggio diseducativo”……(mentre poi magari, nella più totale confusione di idee, avrete espresso la Vostra opzione a favore della somministrazione di eroina..)

Forse c’è un altro modo – pensateci – di considerare ciò che è o non è educativo.

Buon lavoro.

Paolo Jarre