Come promotrici della campagna Madri fuori dal carcere e dallo stigma, che lo scorso maggio in tutta Italia ha posto con forza il tema dei diritti delle donne detenute madri alla relazione con i propri figli e alla potestà genitoriale, rilanciamo come non più rinviabile il varo di misure a difesa e promozione del mantenimento dei legami famigliari e genitoriali, e per forme alternative al carcere per le donne che hanno figli.
Poche ore dopo la morte di Susan, un’altra donna si è tolta la vita alle Vallette, impiccandosi in cella, sarebbe uscita tra nemmeno un anno. E a fine giugno un’altra ancora si è uccisa, pochi giorni prima di uscire. Il drammatico numero dei suicidi in carcere, tra cui aumentano le donne, pone il tema delle disastrose condizioni di detenzione e del senso della pena ben più di quello delle fragilità individuali. Individua insomma un problema politico cruciale, cui il rituale e unico appello governativo a costruire più carceri non può in alcun modo rispondere.
Gruppo promotrici della campagna Madri fuori dal carcere e dallo stigma