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L’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19 sta introducendo nei nostri modelli e stili di vita sostanziali cambiamenti nel modo di concepire le relazioni sociali e le stesse modalità di funzionamento dei servizi sociosanitari e sociali e la connessa nozione di salute. Molti sono gli interrogativi aperti sul modello della sanità italiana prevalentemente centrata sul modello ospedalo-centrico, con ampie realtà privatizzate, sulla contrazione del sistema territoriale dei servizi determinata nel corso degli anni dalle diverse leggi di riordino, dai tagli e da una regionalizzazione disarticolata. Come hanno retto, in questo contesto, i servizi che si occupano di persone che usano droghe, da quelli ordinari (SerD e Comunità terapeutiche) a quelli a bassa soglia di Riduzione dei Danni e Limitazione dei Rischi?

Il consueto appuntamento della Summer School organizzata da Forum Droghe e dal Cnca (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) nei giorni 3, 4 e 5 settembre, quest’anno si interrogherà su questi temi e proverà a configurare nuovi scenari e prospettive.  Considerata la realtà di emergenza la Summer School si realizzerà online, utilizzando le competenze presenti nei nostri circuiti con un format che ci consentirà di dialogare sia nell’ambiente degli iscritti che sulla rete con chi vorrà interagire con le tematiche poste alla discussione.

Il dibattito e l’approfondimento utilizzerà le numerose ricerche indipendenti e osservazioni sul campo realizzate tra operatori, associazioni comprese quelle che coinvolgono le persone che usano droghe, che rappresenteranno il serbatoio ricco di stimoli e indicazioni dal quale partiremo per ricercare e elaborare ipotesi e scenari che sviluppino il sottotitolo della Summer: “Perché nulla sia come prima”.

Come abbiamo scritto nella presentazione sul sito Fuoriluogo.it : “ La percezione è stata non solo quella di una urgenza – capire cosa stava (e sta) avvenendo nei consumi, nel mercato, nei servizi – per far fronte a una situazione eccezionale, ma anche e in prospettiva soprattutto quella di ‘apprendere lezioni da uno stato eccezionale per una messa a punto dello ‘stato ordinario’ dei nostri approcci ai consumi di droghe, delle politiche e del nostro sistema di intervento”.

Per sviluppare queste idee abbiamo organizzato l’evento in quattro tematiche:

  1. L’area dei modelli di consumo nella quale analizzeremo i risultati delle ricerche e le importanti indicazioni che emergono dai comportamenti dei consumatori, in controtendenza rispetto alla vulgata dei media, confrontate con la realtà dei mercati, osservate attraverso il nostro orizzonte culturale centrato sulle relazioni tra “droga, set e setting” secondo lo schema di Norman Zinberg.
  2. L’area dei servizi. L’emergenza pandemica è stata “una cartina al tornasole dell’ordinario”. Luci e ombre nella realtà dei servizi: dalla tenuta nei ridimensionamenti, alla flessibilità e alle innovazioni ma anche le interruzioni, la crisi della prossimità, la resilienza e la creatività dei servizi di Riduzione del Danno e Limitazione dei Rischi. Un tema che interroga lo statuto del sistema pubblico e l’esigenza di rivederne i modelli attuali organizzativi e culturali.
  3. Il carcere: un’intera sessione è dedicata a questa istituzione totale che rischia di chiudersi sempre più, di peggiorare il clima interno già fortemente asfittico e generatore di sofferenze e interrompere e ostacolare ogni processo di cambiamento sia delle pratiche dei servizi che normativo.
  4. L’ultima sessione di sabato mattina abbiamo voluto dedicarla alla relazione tra il modello di emergenza realizzato e i possibili scenari biopolitici che già iniziano a delinearsi sui comportamenti, sulle nostre vite, sui corpi, la relazione con i contesti delle persone che usano sostanze psicoattive, l’influenza sul mondo della politica e dei servizi.