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La rubrica sulla Cannabis Terapeutica di Fuoriluogo.it
Numero 28 – Giugno 2020
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A cura di Francesco Crestani
Associazione Cannabis Terapeutica
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Emicrania meno frequente con la cannabis

145 pazienti emicranici israeliani sono stati studiati mediante un questionario. Il 61%, cioè 89 pazienti, rispondeva all’uso di cannabis, ovvero la frequenza dei loro attacchi si riduceva del 50% o più al mese. I pazienti responsivi riferivano inoltre che la loro cefalea era meno disabilitante e consumavano meno oppioidi e triptani (farmaci per l’emicrania). I pazienti erano seguiti per tre anni, e questo induce gli autori a concludere che la cannabis medica risulta in una riduzione a lungo termine della frequenza dei mal di testa.
https://www.mdpi.com/2076-3425/10/6/360

Tranquillizzare il colon irritabile

Ricercatori di Chicago hanno eseguito uno studio retrospettivo su pazienti con sindrome del colon irritabile, e hanno visto che gli utilizzatori di cannabis avevano meno possibilità di essere sottoposti a endoscopia dello stomaco, a endoscopia del colon, avevano ricoveri più brevi con costo ridotto di spese mediche.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7279677/

Come rispondono i pazienti australiani

In Australia nel 2016 è stata legalizzata la cannabis per uso medico. E’ stato svolto un sondaggio anonimo in pazienti che la utilizzavano, e hanno risposto in 1388. Le indicazioni più frequenti erano il dolore, i problemi mentali, il sonno, i disturbi neurologici e il cancro. La canapa veniva utilizzata 15,8 giorni negli ultimi 28 giorni, il 71% usava l’inalazione e il 26% la via orale. L’efficacia riferita era molto elevata, ma vi era anche frequenza notevole di effetti collaterali, i più frequenti erano bocca secca, aumento dell’appetito e sonnolenza. La spesa media settimanale era di 93 euro.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7278204/

Effetti del CBD sulle persone in sovrappeso

La supplementazione alla dieta di un olio al CBD in persone sane, ma in sovrappeso, ha migliorato i livelli di colesterolo “cattivo” e ha migliorato anche varie misure psicometriche: il sonno, la risposta allo stress e il “piacere di vivere”. L’olio era ben tollerato e non vi erano particolari effetti collaterali. Tutti i parametri di laboratorio rimanevano normali.
https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/19390211.2020.1765941

Disordine post traumatico da stress: effetti a breve e a lungo termine

I dati ricavati da una app che permette ai pazienti in cura con cannabis medica di monitorare i propri sintomi in funzione di differenti “strain” e dosi hanno permesso di stabilire che in 404 persone con sindrome post traumatica da stress l’uso di cannabis riduce sull’immediato i sintomi del 50%. Tuttavia non sembrerebbe avere effetto sul lungo termine in quanto i sintomi permanevano nel tempo e la dose usata per l’ansia aumentava, il che è indicativo di “tolleranza”.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0165032720306364?via%3Dihub

Cannabis medica in Gran Bretagna: l’erba del vicino non sempre è più verde

Nel Regno Unito la cannabis medica è stata approvata nel novembre 2018. questo aveva portato molti pazienti a credere che il farmaco sarebbe finalmente stato disponibile. Ad oggi, però, ci sono state solo 12 prescrizioni con il Servizio Sanitario Nazionale (NHS) e meno di sessanta in totale.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32522058/