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In continuità con le ultime edizioni del Libro Bianco pubblichiamo gli ultimi dati disponibili sulle violazioni art. 187 del codice della strada, ovvero quello che vieta la guida in stato di alterazione psicofisica in conseguenza dell’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope. Le pene previste (comma 1) per tale violazione sono: un’ammenda da euro 1.500 a euro 6.000 e l’arresto da sei mesi ad un anno. Tali pene sono le stesse di quelle previste all’art 186 per i conducenti che siano fermati alla guida con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro (g/l), ovvero il massimo previsto dal codice. All’accertamento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a due anni.
Il fenomeno della guida di veicoli da parte di consumatori di sostanze stupefacenti, come avvenimento che mette a rischio la salute e la vita di conducenti e passeggeri di veicoli, è stato spesso utilizzato come uno dei cavalli di battaglia a favore del proibizionismo e per le politiche punitive sulle droghe. Malgrado l’ampia enfasi data alle attività di controllo e contrasto sui conducenti per individuare coloro che fanno uso di sostanze, i risultati evidenziano una pratica molto ridotta e marginale anche quando messo in relazione con i casi di incidentalità stradale.
Nella evoluzione normativa, spinta anche da numerose sentenze, è ormai ben chiaro che l’applicazione della sanzione è possibile solo a fronte di una effettiva alterazione dei comportamenti del conducente causata dall’uso di sostanze, e non è sufficiente la positività ai test rilevatori dell’uso.
L’aggiornamento costante delle circolari operative per i test vanno verso un perfezionamento dei sistemi di analisi, sia nel tentativo di accorciare i tempi che intercorrono fra primo screening salivare con precursori e analisi approfondite di conferma (con utilizzo ad esempio di laboratori mobili attrezzati), sia con l’uso di nuove strumentazioni che dovrebbero impedire errori di analisi; ma anche indicazioni più esplicite per le forze dell’ordine per valutare il comportamento ed eventuali sintomi di effettiva alterazione psicomotoria correlabile all’uso di sostanze.
Si vedano ad esempio le “Nuove linee guida per i controlli su strada in materia di verifica delle condizioni psico-fisiche dei conducenti di veicoli” che contiene anche una scheda clinica di verifica e la cui applicazione è alla base del nuovo accordo con il Dipartimento per le Politiche Antidroga per la prevenzione e il contrasto dell’incidentalità stradale causata dall’uso di sostanze stupefacenti e dall’abuso di alcol – Progetto “Strade Sicure 2020-2021”. L’incipit della circolare citata recita “la guida in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope è un comportamento che incide significativamente sulla sicurezza della circolazione stradale e sulla incolumità di tutti gli utenti della strada”; affermazione che nasconde nel “significativamente” tutto il proprio senso, anche se l’avverbio sembra in contrasto con i numeri delle statistiche sull’incidentalità secondo le quali il fenomeno risulta di significato inferiore rispetto ad altri tipi di comportamento scorretti alla guida, e molto poco diffuso, soprattutto per quanto riguarda le sostanze stupefacenti. Nello stesso testo, infatti, alla prima annotazione (cfr nota 1 della circolare) si esplicita che “da maggio 2015 nelle province dove sono stati predisposti gli specifici servizi nelle notti del fine settimana, le persone complessivamente sottoposte a controllo sono state 107.117, di cui 6.309 (il 5,9%, ndr) sanzionate per guida in stato di ebbrezza alcolica, e 1.315 denunciate (l’1,2% – sic!, ndr), all’esito delle analisi di laboratorio, per guida in stato di alterazione dovuta all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope”; confermando percentuali molto basse pubblicate negli scorsi anni sul Libro Bianco e che non possono certo essere considerate così impattanti.
Il che non significa negare che guidare in condizioni psicofisiche alterate possa essere rischioso per sé e per gli altri, ma riportare alla giusta misura un dibattito che troppo spesso appare strumentale e più finalizzato a stigmatizzare i consumatori di sostanze stupefacenti che interessato alla sicurezza stradale; e rispetto al quale è necessario svincolare il consumo di sostanze dai reali effetti sulla capacità di guida.
A questo proposito bene ha fatto il Consiglio di Stato (II Sezione del Consiglio di Stato, 26 agosto 2019, n. 5868) a rimarcare che non ha ragione la Prefettura che segnala alla motorizzazione civile coloro che sono stati trovati in possesso di sostanze stupefacenti per uso personale (art.75 -309/90) per una revisione della patente (art 128 del codice della strada), perché non è il fatto di essere un consumatore che rende inaffidabile e incapace di guidare, ma il porsi alla guida in stato di alterazione effettiva. Il che rende ancora più evidente come sia irrazionale la previsione delle sanzioni amministrative dell’art 75 del 309/90 ed in questo caso quelle al comma 1 che prevedono anche “la sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni” (migliaia di applicazioni ogni anno), se la sua ratio fosse da ricercarsi in un provvedimento precauzionale per la sicurezza e la difesa della salute.

I CONTROLLI

I dati relativi alle violazioni possono essere recuperati dalle ricerche Istat, Ministero dell’interno, Dipartimento Politiche Antidroga (nell’ambito dei programmi di prevenzione incidentalità stradale); i dati non sempre sono congruenti.
Il 2020 è stato un anno caratterizzato da numerosi periodi di lockdown causa pandemia Covid-19 che hanno impattato notevolmente sul traffico veicolare privato e per motivi professionali. Questo è certamente uno dei fattori alla base della diminuzione delle violazioni dell’art. 187 accertate dalla Polizia Stradale, come forniti tramite Ministero dell’Interno (in continuità con gli anni precedenti), che sono disponibili nella serie storica dal 2010 al 2020 (per il 2020 sono state 1.165) riportate nello schema seguente:

Fig. 1 Numero di violazioni dell’art. 187 del CdS rilevate dalla Polizia Stradale (Serie Storica)

violazioni

Fonte: Istat e Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Direzione centrale per la Polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e per i reparti speciali della Polizia di Stato, Ministero dell’interno. Ufficio Documentazione Generale – SSAI – rielaborazione Forum Droghe

Le violazioni dell’art. 187 sanzionate dalla Polizia Stradale hanno riguardato per la maggior parte conducenti con età superiore ai 33 anni, e sono state rilevate fra le 22 della sera e le 7 della mattina (periodo di maggiori controlli sulle strade con uso di precursori per rilevare l’assunzione di sostanze stupefacenti):

GLI INCIDENTI

Sono disponibili anche le violazioni accertate dalla Polizia Stradale a seguito di incidente degli ultimi 4 anni, nello schema sottostante sono riportati anche i numeri riferiti a coloro che si sono rifiutati di sottoporsi ai test (fattispecie prevista CDS art. 187 c. 8), le percentuali di incidenti ove è stata rilevata la violazione del 187 sono bassissime.

IL PROTOCOLLO DEL DIPARTIMENTO ANTIDROGA

A seguito del protocollo d’intesa per la “prevenzione dell’incidentalità stradale” fra Dipartimento politiche antidroga (DPA) e Dipartimento della Pubblica Sicurezza per l’accertamento dell’assunzione di sostanze stupefacenti su strada con test di screening sulla saliva e, in caso di positività, esecuzione delle analisi di laboratorio di conferma su 56 province italiane, sono pubblicati sul sito web del DPA i risultati dei controlli.
I dati disponibili sono divisi per Carabinieri e Polizia stradale, riferibili all’ultimo quadriennio 2017- 2020.
Questi i numeri relativi a mezzi controllati, soggetti controllati e violazioni da parte dei Carabinieri:

Le persone controllate sono in numero molto superiore rispetto al numero dei mezzi, facendo ipotizzare che non si siano controllati solo i conducenti, ma lo screening abbia coinvolto anche i passeggeri, il che non sarebbe coerente con gli obiettivi ed il testo del protocollo. La percentuale delle violazioni dei conducenti (conteggio sul numero di mezzi controllati) dell’art. 187 CDS secondo quanto riportato è pari allo 0,06%, se si escludono le sanzioni per rifiuto a sottoporsi al test la percentuale scende addirittura allo 0,04%.
Nel dettaglio le violazioni a seguito di incidente (art. 187 bis) rilevate dai Carabinieri nell’ambito del protocollo somma degli anni 2017-2020 sono state 4.578, questo dato non è confrontabile con il numero di incidenti rilevati durante il servizio, ma per dare un ordine di grandezza solo gli incidenti con lesioni a persone nel 2019 sono stati 172.183 (fonte Istat)!

Questi invece i numeri relativi a mezzi controllati, soggetti controllati e violazioni da parte della Polizia Stradale:

Anche in questo caso il numero delle persone controllate è superiore al numero di mezzi controllati, coloro che sono stati sottoposti a test per la verifica del consumo di sostanze stupefacenti sono stati 6.587, i positivi al primo test sono stati 1.623, pari al 1,56% dei conducenti controllati (uno per ogni mezzo), e al 24% di coloro che erano sospettati. Nel numero di positivi al primo screening è ragionevole considerare almeno un quarto (25%) di falsi positivi, secondo un andamento già rilevato in precedenza, il che farebbe scendere la percentuale a 1,17% e 18,4% dei sospetti. In ogni caso di nuovo percentuali decisamente basse.
I dati della Polizia stradale riportano anche la specifica rispetto alla sostanza stupefacente rilevata dai precursori al primo test in strada:

Dai dati si evidenzia una preponderanza di cannabinoidi per la fascia di età 18-22 e della cocaina per le fasce di età superiori. Rimane il dubbio sulla natura delle positività per metadone, che potrebbero essere riferiti a persone in carico ai servizi per le dipendenze (Serd) che utilizzano metadone come terapia sostitutiva, legittima e legale. Anche rispetto alla capacità dei cannabinoidi di determinare condizioni psicofisiche che impediscano la guida il dibattito è aperto anche alla luce delle liberalizzazioni della vendita ed uso in USA, dove il numero di incidenti non pare sia aumentato.
In attesa dell’implementazione di sistemi di sicurezza automatici nei veicoli che possano effettivamente limitare l’incidentalità, l’influenza della guida “disturbata” dall’uso di sostanze stupefacenti pare tutt’oggi molto marginale.