Tempo di lettura: < 1 minuto

WASHINGTON (29 marzo) – Gli agenti anti-droga della Drug Enforcement Administration (Dea) sono stati rimproverati dall’ispettore generale del Ministero della Giustizia per la frequenza con cui perdono le loro armi. Occupano il primo posto se confrontati con gli agenti degli altri corpi di polizia. C’è chi ha posato la pistola sul tetto della vettura e poi è partito con la macchina. C’è chi ha dimenticato l’arma al supermercato. E chi l’ha lasciata invece sull’aereo. Le spiegazioni date dagli agenti sono le più varie: «Probabilmente la pistola mi è caduta nel cestino della spazzatura, in ufficio», afferma uno dei 91 che hanno perduto la loro arma. «L’arma è stata rubata nella camera d’hotel, mentre ero sul balcone» afferma un altro. Altra spiegazione: «L’arma è stata rubata dalla borsetta durante una festa».

Le motivazioni sono così tante e diverse che l’ispettore generale della Dea ha pubblicato un rapporto di ben 105 pagine. Il caso più frequente è quello di furto dell’arma lasciata nella vettura mentre gli agenti erano «al ristorante», «in palestra», «a fare shopping», «bevendo un caffè», «guardando una partita di calcio scolastica». Uno degli agenti ha ammesso di avere dimenticato l’arma in dotazione «nella toilette di un aeroporto». La distrazione degli agenti anti-droga a quanto pare si estende anche ai computer portatili: negli ultimi cinque anni sono scomparsi 231 laptop.