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‘In Italia l’uso medico della cannabis e le ricerche scientifiche sugli effetti terapeutici dei suoi principi attivi registrano un ritardo rispetto al panorama internazionale, a causa della complessita’ delle caratteristiche della normativa in vigore’. A dirlo e’ il ministro della Salute, Livia Turco, nel corso di una audizione presso la commissione Affari sociali della Camera.

‘E’ noto che i potenziali beneficiari di questa terapia hanno notevoli difficolta’ nell’approvvigionamento di tali medicinali registrati all’estero a causa delle procedure previste in materia e degli ostacoli posti dalla recente legge n.49 del 2006. Una situazione resa ancora piu’ difficile dalla scarsa conoscenze delle procedure da parte dei medici e dei funzionari delle Asl’.
Il ministro ha inoltre ricordato come il fatto che la collocazione tra i farmaci della cannabis, ‘non significhi l’automatica autorizzazione alla produzione o immissione in commercio in Italia, cosa regolata dall’agenzia del farmaco.
Tuttavia grazie a questa ricollocazione, per la prescrizione sara’ sufficiente la normale ricetta medica da rinnovare volta per volta, senza ricorrere al ricettario speciale’.
Per venire incontro ai pazienti, conclude Turco, ‘la soluzione auspicabile sarebbe quella di disporre di medicinali regolarmente autorizzati all’immissione in commercio in Italia e quindi reperibili in farmacia. A tal fine il ministero chiedere all’Aifa di verificare se le aziende che hanno in commercio tali prodotti in altri paesi europei intendano chiedere l’autorizzazione anche per il mercato italiano’.