Tempo di lettura: 3 minuti

Questa mattina Bruno Mellano, Presidente di Radicali Italiani, ha partecipato alla prima sezione della tavola di consultazione permanente del Dipartimento Antidroga della Presidenza del Consiglio, che fa seguito alla V Conferenza Nazionale sulle politiche antidroga. Il titolo della consultazione era: “La prevenzione delle patologie correlate alla tossicodipendenza e delle situazioni devianti: quali evidenze di utilità ed efficacia?”. Il Dipartimento Antidroga ha reso pubbliche le linee di indirizzo per la determinazione e applicazione dei Livelli Essenziali di assistenza, prodotte con l’aiuto di un gruppo di consulenza tecnico come sintesi degli elementi condivisi delle azioni da mettere in campo innanzitutto nei servizi di bassa soglia. Il documento, però, contiene anche un “ADDENDUM” del Dipartimento stesso in cui si trattano tre misure su cui il gruppo di lavoro non ha trovato la condivisione e l’approvazione del Dipartimento e che il Dipartimento stesso ritiene di escludere dai programmi di prevenzione: si tratta del “pill testing” (analisi chimica delle droghe sintetiche), della distribuzione controllata di eroina e delle “stanze di auto-somministrazione” (narcosale). L’inserimento dell’ADDENDUM ha prodotto la dissociazione dal documento finale del CNCA – Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (rappresentato da Riccardo De Facci e Leopoldo Grosso) e della LILA (Lega Italiana per la lotta contro l’AIDS).

Leopoldo Grosso del Gruppo Abele ha svolto un’accurata e dettagliata relazione sulle strutture chiamate “narcosale”, sull’esperienza pluriennale in varie città europee ed americane. In particolare è stato trasmesso un efficace video-documento sull’attività della sala di autoconsumo di Vancouver in Canada. Il vice presidente del Gruppo Abele ha anche riferito, in sede istituzionale, dell’esperienza maturata dall’Associazione torinese nella co-gestione di un progetto di servizi integrati di bassa soglia nella città di Amsterdam, in collaborazione con Villa Maraini e con l’associazione olandese AMOC, che comprende un drop-in ed una sala d’uso. L’intervento del Gruppo Abele, disponibile fra poche ore – è stato detto dal direttore DNA Giovanni Serpelloni – anche sul sito del Dipartimento con le schede e le note tecniche, si è chiuso con una breve illustrazione dei costi di gestione di una struttura come una narcosala: 300.000 euro all’anno, con operatori qualificati e la possibilità di accogliere fino a 100 tossicodipendenti al giorno.

Bruno Mellano ha dichiarato: “Voglio ringraziare vivamente Leopoldo Grosso per il suo tentativo di arricchire di contenuti, prassi ed azioni le linee guida che il Governo ha proposto al tavolo Stato-Regioni. L’inserimento della scheda con l’esplicitazione dei veti politici del Dipartimento Antidroga è un clamoroso autogol. A fronte di un approccio realistico e pratico alle misure utili alla prevenzione delle patologie correlate alla tossicodipendenza, si deve registrare – in un documento ufficiale, inviato alle Regioni ed alla Commissione Europea – l’apposizione di limiti ideologici e non scientifici. Grosso ha riferito del caso Torino, dove grazie all’iniziativa dei radicali, si è discusso in diverse occasioni delle narcosale, senza, però, approdare a nessuna decisione operativa a causa delle indecisioni di Chiamparino e alle incapacità del Ministro Livia Turco. Ora, secondo i dati riferiti in sede ufficiale da Grosso (fonte: Procura della Repubblica di Torino), si sono dovute registrare ben 30 morti fra i tossicodipendenti torinesi in meno di 60 giorni, un’emergenza appena dichiarata chiusa dal Dipartimento. Nel silenzio dei giornali, nel silenzio delle istituzioni, nel disinteresse generale. Una narcosala a Torino avrebbe di certo impedito parte di questi decessi ed avrebbe contribuito, almeno, a far emergere prima l’emergenza di cui nessuno si è occupato. Oggi le agenzie danno notizia del successo di una sperimentazione delle narcosale in Gran Bretagna; in tutta Europa sono già operative un’ottantina di strutture. La Regione Piemonte, le altre Regioni partano dall’esperienza europea per proporre iniziative di riduzione del danno nuove per l’Italia ma ormai ben radicate in tante città europee.”