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Il Brasile ha siglato ieri con la Bolivia un accordo per la lotta antidroga, con criteri alternativi a quelli adottati dagli Stati Uniti, fra cui quello della difesa del consumo tradizionale di coca. Argentina, Cile e Peru’ potrebbero associarsi all’accordo nei prossimi mesi. Come in altri settori, il Brasile sotto la presidenza Lula si sta collocando come alternativa continentale all’influenza nordamericana in America Latina nel settore della lotta al narcotraffico. E lo fa dando risalto alle differenze e alle caratteristiche culturali dei vari Paesi. La proposta brasiliana per l’accordo ha fatto suo il motto lanciato dal presidente boliviano Evo Morales: ‘Cocaina zero, ma non coca zero’, e lo ha esteso al controllo regionale della produzione di sostanze stupefacenti, prendendo spunto dalla rottura di Morales con la politica dell’agenzia anti-droga (Dea) americana. L’accordo, firmato dal ministro della Giustizia brasiliano Tarso Genro e dal ministro boliviano Alfredo Rada, prevede azioni congiunte delle Forze armate e della polizia dei due Paesi, scambio di informazioni sul narcotraffico e incentivi agli agricoltori che accettino controlli sullo smercio legale della coca. Rada ha confermato l’interesse degli altri Paesi andini per una politica antidroga congiunta nell’ambito dell’Unasur (Unione delle nazioni sudamericane).