Gli Stati Uniti hanno stabilito un nuovo primato nel 2007 con una popolazione carceraria di 2,3 milioni di detenuti, informano dati del ministero della giustizia Usa.
Il numero degli uomini (2,1 milioni) supera di dieci volte quello delle donne (208 mila). La percentuale più alta è quella degli afro-americani, che sono il 35,4 per cento del totale della popolazione carceraria nonostante costituiscano meno del 10 per cento della popolazione americana. Di fatto il 4 per cento degli uomini afro-americani Usa sono in carcere, contro l’1,7 per cento degli ispanici e lo 0,7 per cento dei bianchi. Il tasso di incarcerazione degli Stati Uniti, con 762 cittadini in prigione ogni 100 mila abitanti, è circa otto volte più alto di quello della maggioranza dei paesi industriali.
Un altro trend che emerge dai dati resi pubblici dalle autorità Usa è l’aumento rapido dei detenuti non-americani: sono adesso l’8 per cento del totale dei carcerati Usa per effetto soprattutto delle più severe azioni della polizia nei confronti degli immigrati clandestini. L’aumento riguarda soprattutto i maschi ispanici.
Il notevole costo delle spese di mantenimento dei carcerati, oltre 60 miliardi di dollari l’anno, ha spinto molti stati ad approvare misure per favorire la scarcerazione dei detenuti meno pericolosi, per risparmiare sulle spese. “In Michigan spendiamo più soldi per le prigioni che per l’educazione scolastica superiore”, ha rilevato il governatore del Michigan Jennifer Granholm.