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La professoressa titolare di Psicobiologia all’Universita’ di Jaen Carmen Torres Bares, che dirige il corso “Psicologia. Avances en drogodipendencias” nella sede Antonio Machado dell’Universita’ Internazionale di Andalusia (UNIA) a Baeza, sostiene che “le ultime indagini con le tecniche di neuroimmagini, che consentono di vedere il cervello, dimostrano come la cannabis possa avere effetti irreversibili sul sistema nervoso” se la si consuma prima dei 19 anni, “giacche’ ci sono parti del cervello non ancora completamente maturate”.

Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sulle droghe, citati dall’esperta, “l’eta’ d’inizio del consumo di cannabis si situa tra i 13 e i 14 anni” e “continua a essere la sostanza illegale piu’ consumata”. La circostanza dipende da vari fattori, tra cui “una percezione di rischio molto bassa” e cio’ fa si’ che sia il consumo “piu’ accettato dalla societa'” poiche’ non e’ avvertito come problematico. Insomma, si ritiene che la cannabis sia meno rischiosa di altre droghe legali. La signora Torres Bares chiarisce: “non e’ che tutte le persone che consumano cannabis sviluppino il problema, pero’ esiste una percentuale alta” che ne soffre. “Sebbene tra gli scolari la percezione del rischio sia bassa, coloro che la consumano ammettono d’aver avuto problemi di concentrazione e di rendimento scolastico, vuoti di memoria o stati depressivi”. D’altra parte, ha spiegato, “la porta d’entrata ad altre droghe sono quelle legali, alcol e tabacco, benche’ anche la cannabis serva da porta d’ingresso e potenzi gli effetti di altre droghe”.