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Davide Dorsi e Luca Zanotti nel settembre del 2005, durante una vacanza in Grecia, vengono arrestati perché trovati in possesso di ventuno grammi di hashish, che in quel Paese si traduce automaticamente in un’accusa di spaccio.

La Corte d’Appello di Bologna ha deciso pochi giorni fa che Luca dovrà affrontare il processo in Grecia e, di conseguenza, andare incontro alla carcerazione preventiva in terra ellenica fino alla sentenza, come previsto dalle leggi locali per i capi d’accusa la cui pena prevista supera i dieci anni.

Una volta conclusa la disavventura in Grecia, infatti, dopo quattro giorni in cella e il pagamento della cauzione, i due amici tornano in Italia e continuano le loro vite come prima. Ma il 17 aprile scorso, a tre anni di distanza dai fatti, Davide viene prelevato dalla sua abitazione e lo stesso accade a Luca un mese dopo. La ragione, la richiesta di estradizione da parte della Grecia attraverso un mandato di cattura europeo: devono sostenere il processo in loco e sottostare alla carcerazione preventiva fino alla sentenza, come prevede la legge greca.

Dopo la pronuncia del 27 giugno della Corte d’Appello di Bologna, che accoglie la richiesta di estradizione per Luca, il difensore dello studente di Santarcangelo, Carlo Alberto Zaina, si appresta a fare ricorso in Cassazione e al contempo cercare sostegno in ogni modo per evitare a Luca e Davide un’indefinita permanenza nelle carceri elleniche. «Oltre a presentare il ricorso in Cassazione- ha dichiarato l’avvocato – invieremo una lettera al ministro degli Esteri e a quello della Giustizia, affinché vengano attivati tutti i canali, anche diplomatici, perché non ci sia l’estradizione».