Tempo di lettura: 2 minuti

Milano, 29 agosto 2007 – Potrebbe entrare in vigore gia’ a settembre il decreto del ministero della Salute che prevede un giro di vite sulle smart drug, letteralmente ‘droghe furbe’. Una categoria che include sostanze, solitamente di origine naturale, con una composizione chimica simile a quella degli stimolanti come l’ecstasy o l’Lsd, in vendita nei cosiddetti ‘smart shop’ o su internet.

Nel mirino del ministro della Salute Livia Turco, sono finiti i semi di tre piante, contenenti Lsa (Amide di acido lisergico), una sostanza psicoattiva simile all’Lsd. Si tratta dell’Argyreia nervosa, dell’Ipomoea violacea e della Rivea corymbosa. Il loro inserimento, per decreto, nella tabella 1 delle sostanze stupefacenti significhera’ la messa al bando di questi semi e il divieto di vendita. L’iter legislativo, fanno sapere dal ministero della Salute, e’ gia’ in corso. Il provvedimento e’ infatti in attesa di parere da parte del ministero della Solidarieta’ sociale e ha gia’ ricevuto il 19 luglio quello positivo del Consiglio superiore di sanita’, il quale ha aggiunto ai due semi elencati dalla Turco (Argyreia nervosa e Ipomoea violacea) quello di un’altra pianta della stessa famiglia, la Rivea corymbosa appunto.

La decisione di metterle fuori legge, come gia’ successo nel 2005 per la Salvia divinorum, un’altra pianta dalle proprieta’ psicoattive, arriva in seguito ad alcuni fatti di cronaca che ne hanno evidenziato la pericolosita’. L’ultimo risale all’anno scorso, quando un ragazzo barese era caduto dal balcone dopo aver masticato semi di Ipomea violacea acquistati in uno degli smart shop – circa un centinaio – sparsi per l’Italia.

Da qui la richiesta della Procura di Bari di far rientrare i semi nella legislazione sugli stupefacenti. Un appello che, insieme alla segnalazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che parlava di ‘sospette reazioni avverse’, ha spinto il ministro a concentrarsi sui prodotti naturali con effetti allucinogeni. I semi in questione, secondo il manuale sulle ‘smart drug’, curato dal Dipartimento del farmaco dell’Istituto superiore di sanita’ (Iss), sono in grado di provocare effetti psicoattivi simili al Lsd (dietilammide dell’acido lisergico): allucinazioni, perdita di coscienza, depersonalizzazione, apatia. Secondo i dati raccolti dall’Iss, bastano quattro semi di Argyreia nervosa per scatenare le prime visioni. Ma – prosegue il manuale – un ‘buon viaggio’ allucinogeno si ottiene con almeno 8 semi. Per avere lo stesso effetto con l’Ipomea violacea ne servirebbero 100, dal momento che la concentrazione di Lsa e’ piu’ bassa (0,01 mg contro 0,25).

Lo ‘sballo’ si nasconde dietro nomi etnici e accattivanti: la Rivea corymbosa e’ anche nota come ‘fiore della vergine’ o Ololiuhqui, l’Argyreia nervosa come ‘Hawaiian baby woodrose’ perche’ produce un fiore simile alla rosa e viene infatti venduta come ‘seme da collezione’. L’Ipomea violacea e’ invece nota come ‘morning glory’. Tutte esercitano il fascino dell’esotico: in origine venivano infatti utilizzate dalle popolazioni indiane e del Centro-America, erano parte della loro cultura medica e religiosa e sono diverse le leggende che le vogliono protagoniste di storie di sciamani e stregoni. ‘Il viaggio’, dicono gli esperti, puo’ durare dalle 4 alle 8 ore, con effetti che spaziano dalle allucinazioni alle visioni di colori ‘accesi e danzanti’, dalle alterazioni dell’umore all’apparente sensazione di quiete.