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darth_vader-400.jpgHo letto la risposta del dott. Serpelloni alle osservazioni avanzate dalla Lila e riprese da Fuoriluogo, il Manifesto, Quotidiano Sanita, e forse altre riviste online. La risposta di Serpelloni mi ha fatto venire in mente una storiella che girava un paio d’anni fa fra gli addetti ai lavori.

La storiella con i dovuti aggiornamenti è questa: Un giorno un povero tossicodipendente languiva sul ciglio della strada che porta a Damasco. Passa di lì Serpelloni  che vedendolo intima al suo autista di fermare immediatamente l’auto blu. Serpelloni scende e si avvicina al povero ragazzo e gli chiede con fare paterno “cosa ti è successo, figliuolo? Che cosa hai preso? Chi ti ha ridotto così?” Il ragazzo risponde con fatica che era andato a prendere della ganja da un extracomunitario, ma che questi non ne aveva e gli aveva proposto una nuova sostanza dal nome XYZ. Lui l’aveva  presa e adesso si ritrovava mezzo paralizzato sul ciglio della strada. Serpelloni gli mette una mano sulla spalla e  gli dice “non preoccuparti, adesso ci penso io!!!”.
Infatti il giorno dopo Serpelloni convoca una conferenza stampa con tutte le principali testate e TV nazionali e racconta il fatto, dicendo che aveva avuto notizia di una pericolosa sostanza che stava circolando dal nome XYZ, ma che aveva prontamente provveduto ad inserirla nel circuito del Sistema di Allerta nazionale, riconosciuto a livello internazionale come il migliore sistema di monitoraggio esistente. Ricorda inoltre che il Suo Dipartimento ha ricevuto più di 100 lettere formali di accreditamento dal governo americano, dalle Nazioni Uniti, dal Consiglio d’Europa e da una trentina di università. In America per le sue iniziative è stato nominato Giudice Onorario per i Tribunali Speciali statunitensi. Non va dimenticato, continua Serpelloni di fronte ad una folla di attenti giornalisti, che le strategie e i documenti presentati da Lui sono stati fra i più votati e apprezzati all’interno delle Nazioni Unite. Due risoluzioni presentate dall’Italia, tuona Serpelloni, sono state adottate da 190 paesi. E se a qualcuno non fosse ancora chiaro, i consumi di sostanze sono diminuiti da quando c’è Lui, i morti per droga sono passati dai mille all’anno di otto anni fa ai 350 dell’anno scorso. Certo non va abbassata la guardia e molto rimane ancora da fare, prosegue determinato, anche se va sottolineato l’impegno del DPA che ha prodotto ben 18 portali monotematici … a School on Addiction … the Italian Scientific Community on Addiction … the Italian Journal on Addiction … the Drugs on Street … The Early Detection for Early Intervention … the Dream on … a Solidarity Consortium for Prevention Strategy and Policy Makers … etc … etc…
Certo la cannabis, ad esempio, puntualizza Serpelloni, continua ancora ad essere la sostanza illegale più diffusa ed è innegabile che continua ad essere la droga di ingresso, la Gateway per altre sostanze altrettanto pericolose, come dimostra chiaramente la storia del povero ragazzo. Ma il Suo Dipartimento sta lavorando e adesso grazie alle promettenti scoperte di un ricercatore del NIDA sarà possibile utilizzare altre e innovative metodiche curative come il raggio Laser. Infatti non a caso, il Suo Dipartimento sta finanziando progetti per la sperimentazione e l’utilizzo della Stimolazione Magnetica Transcranica (SMT) nella cura delle dipendenze, che non è la stessa cosa del raggio Laser, ma un po’ gli assomiglia, del resto, non si può non ricordare il faraonico congresso da Lui organizzato lo scorso anno a Verona proprio sul futuro della SMT e sui promettenti …
”.

La storiella potrebbe continuare in una escalation di esaltazione narcisistica no stop e in futuro potremmo aggiornarla con altre mirabolanti novità. La morale della storia mi sembra sufficientemente chiara: mentre il nostro Lord Dart Fener continua a veleggiare nello spazio interstellare, a produrre risoluzioni, sfornare siti internet e mastodontiche pubblicazioni, a stringere alleanze intergalattiche, a sperimentare avanguardistiche metodiche di manipolazione cerebrale al Laser, i servizi  e le comunità che si occupano concretamente dei ragazzi sul ciglio della strada che porta a Damasco, soffrono per i tagli e la mancanza di mezzi e di personale, ma continuano in solitudine a utilizzare tra i pochi strumenti che ancora hanno a disposizione, la parola, come mezzo di vicinanza e di dialogo, nel tentativo di aiutare davvero chi sulla via di Damasco ha smarrito la propria strada.
Gustavo Spinelli