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Dietro le porte di quasi ogni abitazione a Lazarat, la polizia albanese che da ieri ha preso il controllo del villaggio nel sud dell’Albania diventato il paradiso della marijuana, sta scoprendo droga ed armi. Fino ad ora sono state sequestrate oltre 30 tonnellate di marijuana e distrutte circa 106 mila piante di cannabis, gia’ cresciute nelle piantagioni, o nei cortili, pronte ad essere interrate. Durante le perquisizioni sono venuti alla luce anche due laboratori che servivano alla produzione dell’olio di hashish, una sostanza che costa moltissimo e che e’ piu’ facile da essere trasportata. Scoperto inoltre un arsenale di armi: mitragliatrici pesanti, armi anticarro, lanciagranate, fucili automatici e pistole, enormi quantita’ di munizioni. “Dopo cinque giorni di lotta, la polizia ha fatto cadere il tabu’ che durava da 20 anni, quello di una zona che la criminalita’ aveva istituita come una repubblica a parte e che era diventata una macchia di vergogna per l’Albania”, ha dichiarato oggi Rama, scaricando sul precedente governo di Sali Berisha l’accusa “di aver cullato nel proprio grembo questa banda di criminali”. “Oggi questa Repubblica della vergogna, non esiste piu’ – ha aggiunto Rama – e Lazarat e’ un villaggio come tutti gli altri”. Secondo le stime della Guardia di Finanza italiana, lo scorso anno, l’attivita’ di coltivazione della marijuana a Lazarat avrebbe fruttato circa 4,5 miliardi di euro.