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Il senatore del gruppo Pdl al Senato, Raffaele Lauro ha annunciato di aver presentato oggi un disegno di legge ‘che prevede che subito dopo la loro elezione e immediatamente prima dell’assunzione del mandato, nonche’, periodicamente, con cadenza semestrale o annuale, i parlamentari, nazionali ed europei, i consiglieri provinciali e comunali, eletti in Italia, presentino un certificato che attesti il non uso di sostanze stupefacenti o psicotrope. A tale obbligo – spiega – sono tenuti anche i membri non parlamentari del Governo e i componenti delle giunte provinciali e comunali, che non siano anche consiglieri. Le Regioni saranno tenute ad uniformarsi, prevedendo il medesimo obbligo per i consiglieri regionali e per i membri delle giunte regionali che non siano anche consiglieri. Tale documentazione sara’ custodita nel rispetto del diritto alla riservatezza e resa pubblica solo qualora venga certificato, dopo due controlli, un uso abituale, da parte dell’eletto, di sostanze stupefacenti o psicotrope’.

Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, è d’accordo “pienamente con la proposta del senatore del Pdl Raffaele Lauro di rendere obbligatori i test anti droga per tutti i politici”. “E’ necessario adottare queste procedure – afferma – per evitare generalizzazioni e per garantire ai cittadini i comportamenti di chi hanno eletto. Pur condividendo ed apprezzando le proposte volontarie, come quella del sottosegretario Giovanardi alla quale io stesso mi sottoporró e sosterró con convinzione, ritengo tuttavia necessario avviare su questo tema iniziative istituzionali nel rispetto dei cittadini”.

Una mozione parlamentare sui test antidroga “per promuovere un’iniziativa generalizzata che coinvolga ogni deputato”. La annuncia il parlamentare del Pdl, Fabio Rampelli.

“Le conseguenze dell’uso di sostanze stupefacenti e’ scientificamente provato ed e’ incompatibile con la responsabilita’ che occorre esercitare nelle funzioni di amministratore pubblico -afferma Rampelli in una nota- Vale per tutti i rappresentanti eletti dal popolo in ogni consesso e ricordo al riguardo che quasi la totalita’ dei deputati dell’ex An si sottoposero, su iniziativa dell’allora capogruppo a Montecitorio La Russa, al test con il prelievo di un capello”.

“Al pensiero che un politico tossicomane – continua Rampelli – debba poi esprimersi sugli interventi dell’esercito negli scenari di crisi, sull’amnistia, sul fine vita o sull’aborto, viene la pelle d’oca. Presentero’ una mozione parlamentare alla ripresa dei lavori per promuovere un’iniziativa generalizzata che coinvolga ogni deputato”.

“Chi fa uso di droghe -conclude il deputato del Pdl – abbia il coraggio di farsi riconoscere, i partiti quello di candidarlo, i cittadini di votarlo”.

“Fariseismo allo stato puro riproporre test anti droga per i parlamentari. Anche nella scorsa legislatura fu assunta una identica iniziativa proponendo ai parlamentari di sottoporsi al test non soltanto della saliva ma anche a quello, piu’ attendibile, del capello. Riscontro che dopo una legislatura quel test servi’ per una selezione alla rovescia dei parlamentari ritrovando nell’aula molti di quelli che non ritennero opportuno sottoporsi ad alcun test ed invece non tutti tra quelli che si sottoposero al test”. Lo dichiara Maurizio Ronconi dell’Udc.

“Sono molto soddisfatto che la mia proposta ai parlamentari di sottoporsi volontariamente al test antidroga del capello (che ha valenza fino a 6 mesi) stia producendo dibattito e iniziative”. Lo dichiara in una nota Ignazio La Russa, ministro della Difesa e coordinatore nazionale del Pdl.

“Quella del sottosegretario Carlo Giovanardi per esempio – aggiunge La Russa – è sicuramente una proposta positiva e merita di essere seguita bench‚ credo, abbia la caratteristica di prevedere il riserbo sullesito dei test. Da parte mia rilancio la proposta di una massiccia e volontaria adesione al test del capello ai parlamentari e/o anche ad altri eletti che, come suggerisce il sindaco Alemanno, volessero aggiungersi. Nella mia proposta, che ho formalizzato in una lettera in via di essere recapitata in casella ai parlamentari, chi volesse aderire si impegna a consentire di rendere noto lesito del test e accetta che l`iniziativa abbia un comitato di garanti composto da almeno 3 giornalisti”.

“Nella lettera a mia firma – prosegue il ministro della Difesa – viene indicato il laboratorio prescelto (a pochi metri da piazza Montecitorio), che è lo stesso dove vennero effettuati i test di molti parlamentari di centrodestra che, nella scorsa legislatura e sempre su mia proposta, vi si sottoposero. Le risposte di adesione all`iniziativa dovranno arrivare entro il giorno 11 novembre e i test volontari si terranno dal giorno successivo”.

“Vorró – conclude La Russa – essere il primo a sottoporsi a questo test. Ritengo che tutti noi dobbiamo impegnarci per combattere il luogo comune secondo il quale i politici sono tutti uguali e per smentire concretamente chi insinua che l`uso di sostanze stupefacenti sia comune a molti politici”.

“La certificazione dei buoni costumi e’ pericolosa e sicuramente lontana dai valori di una societa’ liberale e, comunque, c’e’ molta ipocrisia nei politici della destra che fanno a gara per fare i test antidroga. Sarebbero piu’ utili al paese se garantissero sempre la loro partecipazione ai lavori parlamentari o se si occupassero di piu’ e meglio dei problemi dei cittadini, dalla precarieta’ del lavoro al dramma del sovraffollamento delle carceri. Io non ho bisogno di farmi misurare la mia moralita’ e dunque non partecipero’ a passerelle di stampo chiaramente populista”. Lo afferma Sandro Gozi, deputato del Partito democratico, commentando il dibattito sollevato sui test antidroga per i parlamentari.

‘Premesso che noi radicali siamo per la legalizzazione delle sostanze stupefacenti e che i peggiori proibizionisti, in genere, sono quelli che ne fanno un uso maggiore, credo che per i cittadini sarebbe molto piu’ utile e interessante l’anagrafe pubblica degli eletti, strumento in grado di monitorare il lavoro dei parlamentari, la loro produttivita’, gli interessi economico-finanziari, la loro dichiarazione dei redditi’: lo afferma Rita Bernardini, deputata radicale-Pd, membro della Commissione giustizia di Montecitorio.

‘Se test antidroga deve essere, allora lo si faccia anche ai magistrati, alle forze dell’ordine e ai militari fino ai massimi gradi: ne verrebbe fuori un quadro interessante – conclude – sull’ipocrisia del proibizionismo e sulla sua capacita’ di corrompere anche le istituzioni’.