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Il ministro della Salute Livia Turco ha inviato oggi una lettera alla capogruppo dell’Ulivo al Senato Anna Finocchiaro, ringraziandola per aver annunciato la volonta’, dopo la discussione del ddl sulla finanziaria, di una verifica politica nell’ambito dell’assemblea dell’Ulivo ‘con un confronto chiaro e mi auguro definitivo’. Nella lettera si spiegano le ragioni che hanno portato alla scelta, contestata ieri in un ordine del giorno in commissione sanita’ al Senato, di modificare i quantitativi massimi detenibili di cannabis.

La verifica, spiega Turco nella lettera, dovra’ partire ‘da quanto scritto nel nostro programma di Governo, e dove ritengo che ognuno sia tenuto a farsi carico delle proprie responsabilita’ e dei danni causati alla compattezza della Maggioranza su una questione cosi’ importante come il futuro e la salute dei giovani nell’ambito di una vera politica di lotta alla droga fatta non di slogan e proclami ma nel nome di quella via sociale nella lotta alle tossicodipendenze che sempre ci ha differenziato rispetto alla cultura della ‘pena e della punizione”. ‘Cara Anna – si legge ancora nella lettera resa nota dal ministero – come ho avuto modo di sottolineare nel corso della mia recente comunicazione alla Camera il 19 novembre scorso, cui e’ seguito un dibattito pacato che ha registrato larghe e profonde convergenze, ben conosco le diverse sensibilita’ e i diversi approcci che sul tema della tossicodipendenza esistono nel centro sinistra. Ma conosco anche i valori profondi che ci uniscono. Come la cura della vita, l amorevolezza nei confronti delle persone, il rifiuto della criminalizzazione delle dipendenze, il limite della proibizione, la centralita’ dell’educazione e la fiducia nei confronti dei giovani. Sulla base di questi valori ho ritenuto pertanto doveroso intervenire, ‘elevando con atto amministrativo il quantitativo massimo detenibile senza incorrere nella presunzione di spaccio e quindi a provvedimenti punitivi fino all’arresto e al carcere’ (cito il documento sul ‘New Deal della Salute’ contenente le linee programmatiche di Governo per la promozione e l equita’ della salute dei cittadini, da me illustrato, prima alla Camera e poi al Senato, rispettivamente il 27 giugno e il 6 luglio scorsi)’.
Per farlo il ministro ha ricordato di avare predisposto un decreto ministeriale, come contemplato dall’attuale legge Fini-Giovanardi, ‘che ha avuto il concerto del Ministro della Giustizia e il parere favorevole del Ministro della Solidarieta’ Sociale al quale e’ affidato il compito di predisporre il ddl di riforma della legge Fini-Giovanardi. Un decreto che, vorrei lo notassi, era stato quindi gia’ ampiamente anticipato in sede di audizione in Parlamento ben prima della sua emanazione e che, soprattutto, si colloca in totale assonanza con quanto previsto in materia dal programma dell’Unione’.
Turco aggiunge di avere sempre pensato che il Parlamento e’ la sede sovrana del confronto politico ma ‘sono anche conscia della necessita’ di forme piu’ agili e informali di dibattito e scambio di idee su punti di vista diversi’.

‘Per questo, appena ricevuta la lettera dei ’51’ parlamentari dell’Unione -ha aggiunto ancora il ministro- ho avuto cura di incontrarli per verificare le reali motivazioni del disagio da loro espresso. Un incontro che si e’ svolto con alcuni di loro (Dorina Bianchi, Paola Binetti, Luigi Bobba, Giovanni Burtone, Enzo Carra e Gero Grassi), giusto due giorni prima della presentazione dell’ordine del giorno votato ieri.
Nell’incontro si era convenuto su alcune iniziative, come la promozione di un incontro nazionale con i Ministri Ferrero, Bindi, Melandri, Fioroni e Pollastrini, le Regioni, gli Enti locali e gli operatori dei servizi, delle comunita’ e del volontariato ‘proprio per definire insieme linee e idee per la lotta alle dipendenze, cui affiancare una campagna informativa finalizzata soprattutto a dissuadere i giovani dall’uso di droghe. Sempre in quella sede – ha concluso – mi sono inoltre impegnata a dare il massimo contributo al lavoro del Ministro Ferrero, affinche’ sia varata una riforma radicale della legge Fini-Giovanardi, avviando contestualmente un ampio monitoraggio sull’applicazione e gli effetti dell’attuale normativa che consenta di raccogliere adeguate conoscenze e informazioni, utili ad una migliore messa a punto della nuova legge’.

COMMENTI

‘E’ come se io entrassi in sala operatoria e dicessi: apriamo la pancia di questo paziente, poi vediamo quello che succede. Quando si affrontano i problemi di questa portata, bisogna studiarli a lungo prima di metterci le mani’. Lo afferma a ‘La Repubblica’ il senatore dei Ds Ignazio Marino, presidente della Commissione Sanita’ di Palazzo Madama, intervenendo sul voto di ieri in commissione Sanita’ dove l’Ulivo ha votato con la Cdl un ordine del giorno che blocca le scelte del ministro Livia Turco sulla cannabis.
Un ordine del giorno che per Marino e’ stato ‘strumentale ma legittimo, anche se non credo che sia stato corretto. Ma d’altro canto e’ stato firmato anche dalla capogruppo dell’Ulivo in Commissione. Su richiesta non ho potuto far altro che metterlo in votazione. Io mi sono astenuto, come il sottosegretario alla salute Antonio Gaglione’.
Il pioniere dei trapianti ora senatore Ds sottolinea quindi di non sapere se ci sia stato un accordo sottobanco ma ammette che ‘certo, qualcosa di strano e’ successo’.

‘Laura Bianconi di Forza Italia ha presentato un ordine del giorno contro la Turco. Paolo Binetti della Margherita ha detto che voleva rifletterci su. E il giorno dopo, assieme alla Baio Dossi, ha presentato un odg il cui linguaggio e’ diverso ma che nella sostanza stigmatizza l’operato di un ministro di questo governo. Io, tra l’altro, non sono stato informato della presentazione dell’ordine del giorno, una prassi quantomeno inusuale’.

‘Quando si affrontano problemi di questa importanza e’ fondamentale un confronto approfondito all’interno della maggioranza’.

“Il fatto fa scalpore, anche se e’ privo di conseguenze pratiche”, ma “se il ministro c’e’ rimasta male, la si puo’ capire”. Cosi’ il quotidiano della Margherita, Europa, sulla bocciatura in commissione al Senato del decreto Turco sugli spinelli.
Il giornale Dl prosegue: “Comunque la questione non va drammatizzata. Il Parlamento e’ un luogo di liberta’, e sono molti i temi sui quali nel centrosinistra convivono idee diverse. E’ bene che ci siano votazioni cruciali nelle quali stare compatti, e momenti di maggiore autonomia che implicano l’eventualita’ di convergenze con l’opposizione”, tuttavia si tratta di una “strada scivolosa, da imboccare solo se proprio necessario, e ieri probabilmente non era cosi’ indispensabile.
Due sole cose sono imprenscindibili: non tradire il mandato degli elettori e fare buone leggi. In particolare, ora, una buona legge sulle droghe al posto di quel manifesto ideologico (dannoso piu’ che altro perche’ inutile) scritto dal centrodestra”.

“Sconfitte e spaccature nella cosiddetta Unione su temi come la difesa, la sicurezza e la droga non possono non lasciare il segno. E’ evidente che questa accozzaglia di ministri e parlamentari non ha una visione comune della vita e della nazione”. E’ quanto sostiene Maurizio Gasparri, deputato di An, secondo cui “la bocciatura del bilancio della difesa che taglia soldi per i militari e le forze dell’ordine e’ un segnale eloquente ed eclatante, cosi’ come la sconfessione, anche da parte del suo partito, del ministro Turco, che aveva voluto con il suo decreto ministeriale facilitare la circolazione della droga”.
Insiste Gasparri: “Turco, che so essere persona di grande dignita’, non puo’ che prendere atto della decisione del Senato e lasciare il suo incarico. E’ evidente lo stato confusionale in cui ancora una volta sono precipitati governo e maggioranza.
L’Italia non ne puo’ piu’ di questa gente. Contro la droga, per la sicurezza, per le forze dell’ordine- conclude l’ex ministro- saremo centinaia di migliaia sabato in piazza per invocare una svolta e la fine di un governo deleterio”.

“Quanto e’ avvenuto ieri in commissione Sanita’ del Senato, dove si e’ registrata una divisione in seno alla coalizione in merito al ‘decreto Turco’ sulle droghe leggere, e’ un episodio disdicevole”.
E’ quanto afferma Pino Sgobio (Pdci), aggiungendo che “al ministro Turco va la nostra solidarieta’; l’ordine del giorno e’ stato un fatto molto grave e rappresenta un atto di irresponsabilita’ politica, perche’ indebolisce il governo nel suo complesso”. “In sede di programma- sottolinea- era stato scritto nero su bianco che l’Unione avrebbe provveduto al superamento della legge Fini-Giovanardi, vero ostacolo ad una seria legislazione sulle droghe leggere”.

“Riteniamo il ‘decreto Turco’ un buon viatico per la messa a punto di una seria legislazione in materia- conclude- e faremo quanto possibile, affinche’ sia approvata con il voto di tutta la coalizione”.

“L’ordine del giorno votato ieri va proprio nella direzione di un sostegno al ministro Turco nella revisione della legge Fini-Giovanardi”. Ne e’ convinta Anna Serafini, ds, membro della commissione Sanita’ del Senato, la quale, dopo le polemiche sul provvedimento che chiede la revisione del decreto Turco sulla droga, votato da Ulivo e Cdl, che “l’odg non parla di ritiro del decreto, ma di riesame in un contesto piu’ largo”. Certo, dice, “e’ un odg presentato quasi al momento del voto in aula e sarebbe stato meglio aver avuto piu’ tempo per approfondirlo. E tuttavia e’ un documento che io vedo in assoluta sintonia con le posizioni del ministro Turco”.
Secondo Serafini, pero’, “al di la’ dell’odg credo che su temi eticamente sensibili occorra avere rispetto delle posizioni e cercare un equilibrio. Poi, come presidente della commissione bicamerale per l’Infanzia, sono particolarmente sensibile alla lotta contro tutte le dipendenze. Le droghe sono in aumento, anche l’alcolismo precoce, e c’e’ una preoccupazione che e’ condivisa anche dal ministro Turco, tanto che ha detto ripetutamente di volerne fare uno dei cardini della sua presenza nel governo”. Per questo, osserva, “noi abbiamo rafforzato e rafforzeremo tutte le misure atte alla lotta alle droghe”.
Serafini ricorda anche il fenomeno del bullismo, di cui tanto si parla, tutti segnali di “un disagio che tocca le fasce degli adolescenti”. Occorre dunque intervenire su questi temi e, secondo l’esponente della Quercia, “un paese forte deve avere la serenita’ di affrontarli. E siccome riguardano i ragazzi, deve farlo con un dialogo, intanto con l’Unione, intanto con le forze dell’Ulivo, e poi non precludere un dialogo anche con l’opposizione”. Queste, chiude Serafini, “sono premesse indispensabili”.

“Siamo contrari alla liberalizzazione delle droghe, cosi’ come riteniamo che non possa essere il carcere la soluzione al problema della devianza e del disagio giovanile. Figuriamoci se lo puo’ essere per la tossicodipendenza. Ma il voto di ieri al Senato -sottolinea una nota dei Popolari-Udeur- dimostra l’urgenza di porre mano radicalmente alla legge Fini-Giovanardi, secondo quanto prevede il programma elettorale dell’Unione”.

“Un brutto film che speravamo di non dover vedere piu’: la vita dei consumatori di droghe di nuovo ostaggio della peggio strumentalita’ politica”. Giudizio netto da Susanna Ronconi, presidente del Forum droghe, sull’ordine del giorno approvato ieri in commissione. “I rapporti dentro la maggioranza di governo giocano sui corpi e sui diritti soprattutto dei consumatori piu’ giovani”, dice Ronconi: “Questo ci appare il senso della smentita, grazie ai voti governativi, del decreto con cui la ministra Turco ha messo mano ad uno degli aspetti piu’ odiosi della legge Fini Giovanardi. Una strumentalita’ vergognosa”.

“E’ stupefacente l’atteggiamento di una parte dell’Ulivo in materia di droghe”. Questo il commento di Francesco Mosca segretario nazionale della federazione dei Giovani Socialisti, all’odg votato da una parte dell’Ulivo e dal centro destra ieri al Senato contro l’innalzamento delle quantita’ di droga che si possono detenere senza rischiare il carcere.

“Sapevamo che nell’Ulivo- continua- le divisioni in materia di droga erano differenti, ma organizzare un vero e proprio agguato al proprio ministro della Sanita’, attraverso un accordo sottobanco tra esponenti della Margherita e centro destra e’ davvero incredibile”.

“In un Parlamento dominato da ‘tossicoparlamentari’, si rammenti la vicenda delle ‘Iene’, non e’ accettabile che venga censurata una decisone del governo- conclude Mosca- per evitare il carcere a migliaia di giovani per qualche spinello”.

‘E’ un’insalata russa’. Cosi’ il ministro per le Politiche europee Emma Bonino, intervistata da Repubblica Tv, ha commentato lo scontro emerso ieri nell’Ulivo, sulla droga: al Senato, in commissione Sanita’, Ds e Dl, su iniziativa di Emanuela Baio e Paola Binetti, hanno votato insieme all’opposizione un ordine del giorno contro il decreto del ministro Livia Turco che rivede le tabelle sull’uso della cannabis. ‘La composizione del centrosinistra e’ molto composita – ha detto Bonino – ma sui temi di responsabilita’ individuale, laicita’, liberta’, sulle differenze tra peccato e reato, su tutto questo in molte anime del centrosinistra non tutto e’ chiaro ne’ digerito ne’ assimilato’.

‘Il Ministro della Salute e’ stato sconfessato clamorosamente dalla sua maggioranza. Una dirigente politica di grande esperienza come Livia Turco ha commesso un grave errore di sottovalutazione dell’effetto che avrebbe avuto raddoppiare per decreto la dose di cannabis per uso personale’.
Cosi’ il deputato di Forza Italia Stefania Prestigiacomo attacca il ministro Turco dopo la bocciatura in Senato del provvedimento sulla droga, sostenendo che ora il ministro ‘dovrebbe trarre le conseguenze politiche di questa sfiducia’.

‘E’ rimasta sorda alle critiche, anche del suo schieramento – prosegue l’ex ministro delle Pari opportunita’ -, su un provvedimento pericoloso e fuorviante, perche’ manda un messaggio di sostanziale liberalizzazione degli spinelli. Ha sottovalutato anche le ragioni politiche di chi ha giudicato improprio intervenire su una materia cosi’ delicata senza un confronto parlamentare e senza ascoltare chi nel sociale si occupa delle tossicodipendenze. Ha trascurato i grido d’allarme delle organizzazioni delle famiglie che lottano ogni giorno per sottrarre i ragazzi al dramma della droga’.

‘Il Ministro Turco ha detto che il decreto non si ritirava, non si modificava; piuttosto si sarebbe dimessa – aggiunge Prestigiacomo -. Oggi, bocciata dal suo stesso schieramento dell’Ulivo, il Ministro Turco dovrebbe trarre le conseguenze politiche di questa sfiducia manifestatale dalla stragrande maggioranza dei gruppi politici. E’ un problema che riguarda anche il Capo del Governo Prodi, cui credo a questo punto spetti l’onere di chiarire come la pensa il suo esecutivo sulla droga e se fra le priorita’ programmatiche c’era e c’e’ quella di raddoppiare la quantita’ di spinelli che i nostri ragazzi possono liberamente acquistare e detenere’.

‘L’odg votato ieri in commissione Sanita’ al Senato se serve per approfondire la discussione va bene, se serve per rinviare ‘sine die’ il confronto rappresenta un errore’. Ad affermarlo e’ Chiara Moroni, deputata di Forza Italia responsabile nazionale del dipartimento farmaceutica che commenta il voto sul decreto Turco. ‘Quando si discute di provvedimenti cosi’ delicati e’ necessario abbandonare posizioni preconcette per affidarsi ad una discussione che si deve basare su conoscenze legislative e scientifiche’, spiega.

‘Resto convinta che la via maestra sia quella della prevenzione e non della criminalizzazione dei comportamenti. Modificare la legge Fini-Giovanardi, non per decreto, ma con una discussione responsabile in Parlamento -conclude Moroni- resta, a mio avviso, la strada da percorrere’.

“Con un voto a larga maggioranza, la commissione Sanita’ del Senato ha posto il governo di fronte ad un impegno ben preciso: ‘rivedere’ il decreto Turco; ‘rivedere’, quindi togliere di mezzo ‘questo’ decreto”. Lo afferma Riccardo Pedrizzi (An) spiegando che “sarebbe grave se la Turco calpestasse la chiara e inequivocabile volonta’ espressa dal Parlamento, rappresentante del popolo sovrano, e non ritirasse il suo provvedimento che incentiva l’uso di hashish e marijuana e ne facilita lo spaccio”. “Talmente grave- sottolinea- che il ministro della canna libera dovrebbe andare a casa”.

“I cosiddetti ‘teodem’- aggiunge Pedrizzi- sono stati messi sul rogo dai loro liberali e democratici ‘colleghi’ di partito ed ‘alleati’ per essersi permessi di ascoltare, finalmente, la propria coscienza, invece di eseguire gli ordini di scuderia; a loro vada la nostra piu’ sentita solidarieta'”.

“Ma certo questa vicenda dovrebbe far riflettere profondamente i cattolici ‘infanti’, che da essa dovrebbero trarre un insegnamento definitivo: col centrosinistra- conclude- non hanno nulla da spartire”.

“L’ Unione e’ andata ancora una volta in tilt. Il ministro Turco ieri e’ stata clamorosamente sfiduciata da ampi settori della sua maggioranza. Se avesse dignita’ politica si dovrebbe dimettere. L’ approvazione dell’Odg che chiede di rivedere il pericoloso decreto della Turco sulla cannabis, proposto dalla Cdl e votato anche da parte del centrosinistra, ha mandato in frantumi l’Unione, mettendo in luce anche oggi le insanabili lacerazioni di una coalizione sempre piu’ allo sbando e incapace di fare il bene del Paese”. Lo dice la parlamentare di Forza Italia, Isabella Bertolini.

E’ ‘irresponsabile e confusa’, per Morena Piccinini, segretaria confederale Cgil, l’azione sviluppata al Senato contro il cosiddetto decreto Turco sulle quantita’ minime di cannabis oltre le quali scattano le misure penali.

‘Il decreto e’ stato elaborato in concerto con i ministri della Solidarieta’ e della Giustizia – precisa Piccinini – ma l’ordine del giorno votato al Senato polemizza confusamente con esso, definendolo ambiguo, ignorando il fatto che dietro questa elementare misura, tesa a evitare gli arresti per i semplici consumatori di cannabis, c’e’ la legittima preoccupazione per gli arresti che stanno effettivamente aumentando. Una tendenza, questa, pericolosissima – prosegue la dirigente sindacale – perche’ il carcere a quell’eta’ e in quella condizione non solo e’ inutile, ma puo’ anche uccidere’. ‘Sono tutte cose – aggiunge – che erano state puntualmente dette e previste da un vasto movimento di operatori dei servizi e di giovani quando la Fini-Giovanardi fu votata, a gennaio, da un Parlamento che scadeva e grazie all’inserimento in un decreto sulle olimpiadi invernali’.

‘Non solo si e’ voluto ad ogni costo la legge – afferma Piccinini – ma non si vogliono adesso neanche le misure minime di ‘riduzione del danno’: evidentemente c’e’ chi sceglie irresponsabilmente di non ascoltare la voce degli operatori e dei giovani, ma c’e’ anche, nella maggioranza di Governo, chi non ha letto e non vuole leggere il programma dell’Unione, che – conclude – parla chiaramente dell’abrogazione della Fini-Giovanardi, nonche’ di depenalizzazione del consumo personale e di rafforzamento della rete dei servizi’.

‘Il voto espresso ieri in Commissione Sanita’ del Senato su un ordine del giorno che impegna il governo a ‘riesaminare’ il decreto Turco che ha raddoppiato le quantita’ di cannabis che si puo’ detenere per uso personale ci preoccupa molto’. E’ quanto ha detto Paolo Beni, presidente nazionale Arci, aggiungendo che ‘abbiamo considerato questo decreto un passo in avanti importante, nella direzione del superamento di una cultura proibizionista che tanti danni ha fatto in questi anni, proponendo una risposta penale ad un’emergenza sociale’.

‘La legge Fini-Giovanardi ha rappresentato la sistematizzazione giuridica di questa cultura. Gli effetti negativi sono sotto gli occhi di tutti: il consumo di sostanze, in particolare di quelle pesanti, non e’ diminuito, mentre – ha detto – aumentano gli arresti per il possesso di piccole quantita’ di hascisc o marijuana destinate al consumo individuale. La scelta di mettere sullo stesso piano sostanze leggeri e pesanti, consumatori e spacciatori ha incentivato l’uso e il traffico delle sostanze piu’ pericolose e rischia di gettare tanti giovani tra le braccia della criminalita’ organizzata”.

‘Il programma dell’Unione – ha aggiunto Beni – prevedeva tra le misure da adottare subito l’abrogazione della legge proibizionista del passato governo di centrodestra. Dopo sei mesi dall’avvio della nuova legislatura, questo impegno e’ stato disatteso e il decreto Turco bloccato’.

‘Richiamiamo il governo al rispetto degli impegni programmatici. E’ necessaria una nuova legislazione sulle droghe basata sulla depenalizzazione del consumo individuale, sulla sperimentazione di strategie di riduzione del danno, sul potenziamento dei servizi pubblici di prevenzione e cura.
All’azione legislativa deve accompagnarsi una grande campagna culturale’, ha concluso.

“Sulla delicata questione della droga si sta giocando una stupefacente partita politica tutta interna all’Ulivo. E’ grave che si usi questo argomento per lotte intestine tra partiti o correnti di essi. L’approvazione dell’odg che rivede il decreto del ministro Livia Turco sulla cannabis, proposto tra l’altro dalla Casa delle Libertà con il voto favorevole di una fetta del centro-sinistra, ha fatto venire a galla la disunione dell’Unione. Una sorta di guerra tra ‘bande’, e che mostra come nel centro-sinistra sono oramai agli stracci in faccia”. Lo dichiara il segretario della Democrazia Cristiana, senatore Gianfranco Rotondi.

‘Non ho dubbi: sto con Livia Turco’. Cosi’ Giulia Rodano (Ds), assessore regionale del Lazio, sulla vicenda del decreto sul consumo di cannabis al centro di polemiche dopo il voto di ieri al Senato.

‘ Non so -afferma Rodano- come si possa equivocare sulle conseguenze del voto nella commissione di Palazzo Madama. Il testo e’ chiaro: si chiede di riesaminare il provvedimento, quindi di modificarlo. A meno che i proponenti delle modifica non abbiano in mente di alzare ulteriormente la soglia del consumo minimo, il pronunciamento della Commissione, con il voto favorevole anche di senatori diessini, ha un solo obiettivo: modificare il testo proposto dal ministro Livia Turco, abbassando la soglia. C e’ poco da fare, e in casi come questi, quando di mezzo c e’ un voto e non l espressione di qualche opinione, le conseguenze sono ineludibili’.
Per Giulia Rodano, quanto e’ accaduto ‘e’ il sintomo di un idea strana di concepire un alleanza. La senatrice Binetti puo’ ben fare le sue battaglie, ma se vogliamo metterla sul tema dei valori, penso che anche il ministro Livia Turco abbia le carte in regola per distinguere tra valori a cui crede e il dovere laico di trovare le soluzioni piu’ corrispondenti alla realta’. E grave invece che si dia seguito, in questa e anche in altre occasioni, a visioni integralistiche che non hanno mai avuto cittadinanza nel nostro partito. A maggior ragione se il fine e’ quello di mantenere il bene di un alleanza: cosi’ non si va lontano’.

‘Per fortuna era solo un ordine del giorno e il decreto della Turco resta in vigore, ma e’ evidente che il costituendo partito democratico manifesta una permeabilita’ e in alcuni casi una vera e propria subalternita’ alle culture conservatrici’. E’ l’opinione del segretario del Prc, Franco Giordano, sull’odg di modifica del decreto Turco approvato ieri in Senatocon i voti dell’Ulivo e della Cdl.

‘Al contrario -dice Giordano nel forum in line sul sito del partito- in questa legislatura noi dobbiamo rapidamente cancellare le norme della Fini-Giovanardi che scambia la vittima con il carnefice, combatte il consumo e non interviene sullo spaccio’

L’ordine del giorno che chiede il riesame del decreto Turco sulla cannabis, approvato ieri in commissione sanita’ al Senato, ‘appare superficiale, affrettato, inutile e dannoso da ogni punto di vista’. E’ l’opinione del Coordinamento nazionale nuove droghe (Cnnd), al quale aderiscono oltre quaranta fra Comuni, Province, Asl (Servizi per le tossicodipendenze) e associazioni e cooperative del privato sociale.
Secondo il Cnnd, quanto e’ accaduto ‘dimostra ancora una volta che argomenti cosi’ delicati e complessi come quello delle tossicodipendenze continuano a essere affrontati sulla base di valutazioni emotive, di opportunita’ politica e di immagine anziche’ in modo sereno e razionale. E questo accade anche nelle sedi piu’ prestigiose, dove ci si aspetterebbe invece un comportamento adeguato’. La finalita’ principale del decreto Turco, sottolinea il coordinamento, e’ impedire le conseguenze penali gravi che la legge Fini-Giovanardi prevede in caso di possesso di cannabis. ‘E’ ottuso – affermano – negare la saggezza di queste scelte e permettere di continuare l’applicazione di una legge profondamente discutibile senza tener conto del fatto che tale legge sara’ rivista e quindi, verosimilmente, saranno riviste anche le tabelle con i quantitativi di sostanze stupefacenti detenibili senza conseguenze penali’.
Per questi motivi, il Coordinamento esprime sostegno e incoraggiamento ai ministri Livia Turco, Clemente Mastella e Paolo Ferrero. E manifesta solidarieta’ alla titolare della salute per gli ‘attacchi sconsiderati e inaccettabili’ ricevuti.

Il ministro della Giustizia Clemente Mastella ribadisce il suo ‘no alla liberalizzazione della droga’ ma ritiene urgente modificare la legge attuale per evitare che si aprano le porte del carcere per tanti giovani.

‘Si sa che sono stato sempre contrario – ha detto il ministro parlando a Roma al convegno delle associazioni di volontariato penitenziario – ma sono altrettanto contrario al fatto che i giovani vadano a finire in carcere e per questo sono convinto che sia necessario modificare la Fini-Giovanardi come e’ previsto nel programma dell’ Unione’.

“La modifica della legge Fini-Giovanardi e’ presente nel programma dell’Unione e come tale verra’ discussa dall’ Italia dei Valori”. Lo sostiene in una nota Felice Belisario, capogruppo dell’Italia dei Valori in Commissione Affari Costituzionali alla Camera. “Questo non significa in alcun modo essere favorevoli alla liberalizzazione delle droghe come qualcuno vorrebbe far credere -ha sottolineato-, ma semplicemente affrontare una problematica sociale come quella degli stupefacenti non attraverso le sbarre di un carcere ma attraverso la riabilitazione del tossicodipendente che va aiutato e opportunamente reinserito nella societa'”.

Il senatore Mauro Cutrufo, capogruppo Dc a Palazzo Madama interviene sul decreto Turco, all’indomani dell’approvazione in commissione sanita’ di un ordine del giorno che aveva come primo firmatario la sen .Binetti della Margherita, nel quale si chiedeva di fatto al Governo di rivedere le proprie posizioni in materia di tossicodipendenza.

“Il Ministro Turco – ha dichiarato – prenda atto che anche nella sua stessa maggioranza c’e’ un ripensamento sulla questione delle tossicodipendenze, e non prenda con leggerezza il problema delle droghe, leggere o pesanti che siano’.

“E’ del tutto legittimo avere opinioni e valutazioni diverse ma è fuori discussione l’assoluta e piena fiducia dei Ds e dell’Ulivo nei confronti di Livia Turco e della sua attività e del modo generoso e appassionato con cui svolge la sua funzione di ministro”. Lo afferma il segretario dei Ds, Piero Fassino, commentando il voto di ieri in commissione sanità del Senato sul decreto del ministro della Salute Livia Turco sulla quantità di cannabis che è possibile detenere per uso personale.

“Ieri il voto dei senatori dell’Ulivo e dei Ds -spiega Fassino a margine di un convegno sulla competitività a Verona organizzato dai Ds e dall’Ulivo- sull’ordine del giorno sulla droga aveva un solo obiettivo: quello di sventare la manovra della destra di spaccare l’Ulivo attaccando il ministro Turco”.

“Profondo sconcerto e disapprovazione per un atteggiamento che, oltre a delegittimare di fatto un ministro espressione dei Democratici di sinistra, dimostra ancora una volta supina acquiescenza ad arbitrari diktat su temi eticamente sensibili provenienti dalla parte piu’ integralista del mondo politico cattolico”. La sinistra Ds dell’Emilia Romagna attacca duramente l’ordine del giorno, “votato anche da esponenti Ds fra cui la senatrice Anna Serafini”, contro il decreto Turco-Mastella, che raddoppia da mezzo a un grammo la quantita’ di principio attivo di cannabis, impedendo l’arresto, come previsto dalla Legge Fini-Giovanardi, di una persona in possesso di meno di un grammo. “Il Ministro Livia Turco, cui va la nostra solidarieta’, sta affrontando in ottica di prevenzione e di tutela dei giovani il delicato tema dell’uso di sostanze, e non ne sta certo ne’ legalizzando ne’ favorendo l’uso. Questo episodio- conclude la sinistra Ds dell’Emilia Romagna- dimostra con chiarezza quale sara’ il prezzo da pagare nel voler proseguire, con pervicacia degna di miglior causa, nel disegno di costituzione del cosiddetto partito democratico, altare sul quale il Partito dei democratici di Sinistra rischia di sacrificare identita’, valori, cultura”.

Mara Carfagna, di Forza Italia, si augura che l’approvazione con voto trasversale dell’ordine del giorno critico verso il decreto del ministro Livia Turco sulla cannabis segni un cambiamento di rotta da parte di alcuni settori della maggioranza.

‘Ci auguriamo – afferma la parlamentare – che il voto di alcuni rappresentanti della sinistra moderata contro la decisione del ministro Livia Turco di innalzare la dose minima di cannabis detenibile da un singolo soggetto rappresenti il segno di un risveglio di quei moderati e di quei riformisti dell’Unione che per mesi hanno subito passivamente umiliazioni e indifferenza da parte di un premier troppo impegnato a compiacere le peggiori pulsioni della sinistra radicale’.

Il Ministro dell’Universita’ e della Ricerca Fabio Mussi ha telefonato al Ministro della Salute Livia Turco per esprimergli la sua solidarieta’, per stigmatizzare l’errore dell’Ulivo compiuto al Senato, per condividere la sua battaglia contro la droga e contro il carcere facile per chi ne e’ dipendente.

“La Turco lascia o raddoppia? Deve lasciare perche’ alla luce dell’Ordine del giorno che rivede il suo decreto sulla droga non le resta che ritirarlo, o ritirarsi.
Lo dichiara Laura Allegrini (Alleanza nazionale). “Quello che notiamo- aggiunge- e’ che il centro-sinistra, anche su questo delicato tema come su economia, societa’ e valori, si conferma diviso su tutto”.

“Il duello tra la Binetti e la Turco- conclude- e’ l’ennesima puntata di una tragicommedia iniziata fin dalle scorse elezioni politiche: Ulivo contro Ulivo, questa volta per la foglia di cannabis”.

“Se l’Ulivo e’ prigioniero delle posizioni piu’ retrive della Margherita, perche’ stupirsi? Il Partito democratico vuol dire che prima di prendere posizione un diessino deve fare la mediazione con la Binetti. Se non la fa, si dira’ che il Partito democratico non si puo’ fare, e cosi’ le posizioni laiche, quelle di sinistra e spesso anche quelle di buon senso vanno a farsi benedire”. Lo afferma Gloria Buffo, esponente della sinistra Ds, commentando quanto accaduto ieri in commissione Sanita’.

“A quelli che dicono che i partiti non hanno piu’ bisogno d’identita’ – aggiunge – perche’ basta il programma, consiglio di riflettere bene: se si va avanti cosi’, altro che timone riformista: si fa un cattivo servizio alla coalizione e si fa del male anche alla societa’ italiana”.

‘Il voto di ieri dei senatori Ds, in sintonia con le senatrici Binetti e Baio Dossi, sul decreto della ministra Turco relativo alla cannabis e’ veramente inquietante’. Lo afferma il vice presidente dei deputati della Rosa nel pugno Lanfranco Turci, secondo il quale ‘si ha l’impressione di una crescente subalternita’ di parti importanti dei Ds alle posizioni teodem’.

‘Trovo poi incredibile -aggiunge Turci- che per difendere queste posizioni si evochi, come ha fatto la senatrice Serafini, l’esperienza del referendum sulla fecondazione assistita. Questa resipiscenza e’ significativa della scarsa convinzione con cui una parte del gruppo dirigente Ds partecipo’ a quella battaglia, in netto contrasto con il grande impegno delle donne e dei militanti di quel partito. Se poi la lezione che si vuol trarre dal quel risultato e’ quella del perbenismo e del moralismo di comodo con cui si affronta il tema delle tossicodipendenze c’e’ di che essere davvero preoccupati.
Come si vede -conclude Turci- non e’ un’invenzione polemica la critica all’ambiguita’ con cui si sta costruendo il partito democratico, in particolare sui temi della laicita’ e dei diritti civili’.

“Piccoli intralci dati dalla risicatezza dei numeri nelle commissioni c’è da aspettarseli”.
Così il ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, commenta, a margine di un convegno sulla competitività a Verona, lo stop in commissione Sanità in Senato al decreto che raddoppia le dosi di cannabis consentite per legge ad uso personale.
Secondo Bersani episodi del genere, “con il tempo faranno anche poca notizia: nel momento decisivo, come si è visto, abbiamo una maggioranza molto compatta che sta affrontando questa Finanziaria con grande forza, con grande determinazione, così come affrontò il decreto di luglio. Siamo in condizioni di portare a termine questa operazione – conclude Bersani – e di ricominciare l’anno prossimo con un programma incisivo di riforme”.