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Una terapia, al posto della prigione. E’ in questa direzione che lo stato di New York ha intenzione di muoversi verso chi fa uso di droghe. Basta dunque alla legge Rockfeller, approvata nel 1973, e cosí chiamata perchè sponsorizzata dall’allora governatore dello stato di New York, Nelson A. Rockfeller.

In quella che è stata senza ombra di dubbio una decisione storica, il governatore dello stato americano David A. Paterson ha raggiunto infatti un accordo con i leader del Parlamento a maggioranza democratico per abrogare e smantellare quanto stabilito dal testo legislativo. Un testo che, ricorda il New York Times, decise che la prigione fosse la soluzione migliore per chi assume droghe, e che volle essere una risposta decisa – e per molti eccessiva – alla forte diffusione dell’eroina e della cocaina che caratterizzó quegli anni.

Per diventare effettivo, l’accordo tra Paterson e il Parlamento dovrà essere votato dall’Assemblea legislativa e dal Senato dello stato di New York.

Ma la direzione, nell’attesa di definire meglio il piano, è sicuramente contro il carattere punitivo delle sentenze che sono state comminate finora a chi fa uso di droga, e punta su un altro principio, che è quello della cura e del trattamento. Una volta operativo, l’accordo permetterebbe infatti a chi è in prigione di presentare una richiesta per vedere la propria sentenza commutata. Stiamo mettendo i giudici nella posizione di essere in grado di determinare le sentenze a seconda dei casi, e non sulla base di sentenze obbligatorie che impongono un minimo” di anni di prigione, ha detto Jeffrion L. Aubry, membro dell’assemblea legislativa di New York che si è battuto per l’abrogazione della legge del 1973.

La legge Rockfeller limita infatti lo stesso potere decisionale dei giudici, in quanto al momento il giudice è costretto ad aderire a una struttura punitiva predefinita che impone il carcere per una durata minima di un anno per tutti coloro che detengono anche piccole quantità di cocaina ed eroina, per fare un esempio. Con l’accordo raggiunto oggi, ai giudici verrebbe invece finalmente riconosciuta l’autorità di decidere di mandare gli imputati, non solo quelli che hanno avuto problemi con la droga ma anche i piú recidivi, non piú dietro le sbarre ma in terapia.

In realtà, il carattere punitivo della legge Rockfeller era stato smussato nel 2004, quando lo stato eliminó le sentenze di ergastolo su alcuni crimini di droga, riducendo contestualmente anche la lunghezza di altre sentenze.

Le critiche contro la legge tuttavia continuarono: ora, un accordo tra Paterson e i democratici è stato finalmente raggiunto. E, riguardo a quanto decideranno le due camere del Parlamento, Eric T. Schneiderman, democratico di Manhattan, si è detto fiducioso sulla possibilità che il Senato approvi la misura. Soprattutto ora che non è piú in mano alla maggioranza repubblicana.

Non è un segreto che la vecchia maggioranza del Senato è stata la prima barriera, che ha impedito la riforma delle leggi. Ma questa è una delle ragioni che ci ha spinti a lottare cosí tanto per avere la maggioranza. Questo è quanto i nostri sostenitori si aspettavano da noi”.