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Sono attonito. La notizia della morte di Adriana Tocco mi ha colpito e mi lascia incredulo. Era garante dei diritti dei detenuti della Campania e abbiamo avuto per tanti anni una consuetudine di lavoro intensa, quasi quotidiana per discutere dei problemi del carcere e delle iniziative da assumere.

E’ stata fondatrice del Coordinamento dei garanti regionali e comunali ed è sempre stata presente alle riunioni offrendo un contributo intelligente, appassionato e risolutivo alle questioni sul tappeto.

L’ironia costituiva spesso la cifra dei suoi interventi, mitigando la durezza della denuncia degli orrori che constatava durante le sue visite negli istituti penitenziari.

Il candore con cui manifestava incredulità per la mancata soluzione di casi drammatici, spesso di detenuti con gravi patologie, non era affatto frutto di ingenuità, ma il segno di una profonda umanità.

Sono tanti i ricordi del suo impegno. Non posso dimenticare il suo ruolo per favorire gli incontri al Quirinale dei garanti con il Presidente Napolitano per affermare la presenza di una figura di tutela dei diritti degli ultimi.

Ha organizzato incontri significativi. Penso a un dibattito a Napoli per presentare il libro Recluse sulla detenzione femminile con Grazia Zuffa e al convegno per presentare la ristampa del volume di Igino Cappelli “Gli avanzi della giustizia: diario del giudice di sorveglianza”.

Ha fatto parte del tavolo sulla affettività durante gli Stati Generali e teneva particolarmente che questa riforma si realizzasse.

Nell’’ultima telefonata avevamo messo  a punto un seminario a Napoli sulle misure di sicurezza legate alla chiusura degli Opg e alle Rems, per settembre.

Adriana Tocco, una donna speciale, mancherà certamente ai detenuti, ai garanti che hanno condiviso la sua intransigenza e la sua indignazione e agli amici e a chi le ha voluto bene.

Cara Adriana, la tua scomparsa nella amata Stromboli, ci costringe a raddoppiare l’impegno, a non mollare, per realizzare i tuoi sogni.