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Marco P. lavora da diversi anni in una cooperativa sociale, in cui è cresciuto professionalmente fino ad assumere progressivamente ruoli di responsabilità. Era entrato a far parte della cooperativa come “socio svantaggiato”, poiché tossicodipendente, in trattamento metadonico presso un Servizio per le Tossicodipendenze (Ser.T.).  Dopo anni di difficoltà, aveva finalmente raggiunto una stabilità, grazie al trattamento farmacologico che gli aveva permesso di avere un nuovo lavoro. Ma questa stabilizzazione acquisita con tanti sforzi rischia di saltare per le conseguenze impreviste di un incidente. Una sera d’autunno, guidando l’auto sull’asfalto scivoloso per la pioggia, Marco perde il controllo della macchina, invade l’altra corsia e si scontra con un veicolo che stava sopraggiungendo in direzione opposta. Entrambi gli autisti rimangono feriti. Una volta in ospedale, Marco è sottoposto ad esame tossicologico e risulta positivo al metadone. Il verbale della Polizia Municipale recita che le cause dell’incidente sono da ricercarsi nel farmaco assunto dal conducente: nessun  cenno al fondo stradale né al fatto che quella sera stessa, a poche centinaia di metri dall’incidente, ne era avvenuto un altro attribuito alle condizioni della strada.
A seguito di questo verbale, Marco viene informato dalla propria assicurazione che si rivarrà su di lui per le spese di risarcimento danni del sinistro. Infatti, una norma della sua polizza assicurativa  prevede che “l’assicurazione non sarà operante nel caso in cui di veicolo guidato da persone in stato d’ebbrezza o sotto l’influenza di sostanze stupefacenti”. Dunque Marco dovrà pagare di tasca propria nonostante al momento dell’incidente non si trovasse affatto “sotto l’influenza di sostanze stupefacenti”, bensì in trattamento con un farmaco regolarmente prescritto; e nonostante abbia sempre pagato le  rate assicurative.
Il metadone è considerato il farmaco d’elezione per la dipendenza da oppiacei, particolarmente utile per l’inserimento lavorativo delle persone dipendenti.
I dati del Rapporto annuale sulle Tossicodipendenze riportano che, nel 2009, su 160.802 persone in trattamento presso Servizi per le tossicodipendenze 89.968 (pari al 55,9%) erano in trattamento metadonico (10.091 a breve termine, 18.576 a medio termine e 61.301 a lungo termine) e 16.708 (pari al 9,4%) in trattamento con buprenorfina o altri farmaci non sostitutivi (1.689 a breve termine, 3.069 a medio termine, 11.950 a lungo termine). Dunque, ben 106.676 delle persone tossicodipendenti in cura presso i servizi assumono farmaci (sostitutivi e non) e 73.251 di queste a lungo termine. Sempre nella stessa Relazione grande importanza viene data ai programmi di reinserimento sociale che spesso si affiancono a quelli di trattamento farmacologico a lungo termine. Questi programmi prevedono attività di orientamento, formazione, accesso al lavoro e il mantenimento dello stesso è considerato un indicatore di successo del trattamento. La patente di guida è spesso necessaria sul lavoro, molte aziende la richiedono ai propri dipendenti come requisito indispensabile. In altri casi possedere un’automobile è la condizione indispensabile per raggiungere il luogo di lavoro e quindi mantenere l’occupazione. Dunque, considerare il metadone alla pari di una droga che compromette le capacità di guida da un lato è contraddittorio rispetto alle indicazioni stesse del farmaco (prescritto per stabilizzare la persona e metterla in grado di svolgere mansioni che richiedono attenzione); dall’altro, è una indebita speculazione dell’assicurazione, resa possibile dalla debolezza sociale e dallo stigma di cui soffrono le persone dipendenti. Analoga confusione si registra al momento del rilascio delle patenti, poiché le Commissioni Provinciali Patenti (gli uffici deputati a rilasciare l’idoneità alla guida delle persone anziane e portatrici di patologie) applicano criteri difformi tra loro. Alcune (come a Firenze) non rilasciano tale certificazione se la persona assume metadone, mentre altre (come a Perugia) la rilasciano dietro attestazione del Ser.T. 
Non sarebbe il caso di dire una parola chiara su una questione così vitale, nel pieno rispetto dei diritti dei cittadini, anche quelli (ex) tossicodipendenti?