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I Carabinieri del Ros di Brescia hanno sgominato un traffico internazionale di droga, diretto dalla Colombia al porto di Genova e da qui a due società nel Bresciano (una a Rodengo Saiano, l’altra a Cremignane di Cortefranca) e ad una nel Lecchese (la Tecnosthahl srl di Sirtori). L’operazione denominata “Quito Due” ha portato al sequestro, il 3 novembre, di 275 chilogrammi di cocaina nel porto di Genova. Un altro maxi sequestro era già stato effettuato il 25 ottobre (129 kg nascosti in un container a Genova Voltri). L’inchiesta prende avvio dalla collaborazione di un ex trafficante, Bruno Serrandi, arrestato nel lontano 2003 perchè trovato in possesso di 6 kg di polvere bianca.

La conferenza stampa
L’inizio delle indagini parte da lontano, da quando nel 2008 gli investigatori si mettono sulle tracce di Bruno Claudio Marzoli, e Maurizio Muraca, quest’ultimo latitante a Marbella da dove coordinava il traffico di cocaina dal Sud America all’Italia. Proprio la ricerca di Marzoli ha portato a scoprire il traffico di droga che il 3 agosto 2008 aveva permesso di sequestrare nel porto di Cartagena (Colombia) un carico di 350 kg di cocaina. Da qui gli inquirenti hanno ricostruito la mappa del narcotraffico e nei giorni scorsi sono finiti in carcere i vertici dell’organizzazione: un colombiano, due bresciani (il 40enne Alberto Bianchetti e Mario Zanardelli) e due imprenditori lecchesi (Vivecamlin Marassi e Paolo Rossi) e altre due coppie di Lecco (Stefano Corti e Rosanna Scalese, Maurizio Muraca e Manuela Corti). Tutti personaggi legati all’ex latitante Marzoli e che piazzavano lo stupefacente tra le province di Brescia, Milano, Bergamo e Lecco.

Dopo aver inscenato una finta trattativa commerciale di alluminio, i trafficanti colombiani avevano concordato l’invio di un cargo che avrebbe dovuto raggiungere la Tecnosthanhl srl di Sirtori. Un secondo container di isolanti elettrici era indirizzato alla It Motori di Cremignane di Cortefranca (amministrata Mario Zanardelli) era già entrato nel porto di Genova a settembre e conteneva appunto 275kg di cocaina.

Durante l’intera attività investigativa è stato possibile ricondurre all’organizzazione il traffico di circa 750 kilogrammi di stupefacente caratterizzato da elevato indice di purezza che venduta all’ingrosso avrebbe fruttato 16 milioni di euro (40mila euro al chilo).