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Si contano nelle dita di una mano le città olandesi che si sono fatte avanti, entro la scadenza dell’11 giugno, per partecipare all’esperimento governativo sulla regolazione legale dell’intera filiere della cannabis.

In Olanda infatti l’esperienza quarantennale dei coffeeshop è resa possibile dalla politica di tolleranza avviata negli anni 70 dall’allora governo olandese e poi confermata dq quelli susseguitisi in questi quasi 50 anni. Pur essendo formalmente illegale la produzione e vendita di cannabis, con l’esplicito obbiettivo di separarne il mercato da quello di sostanze molto più pericolose (come eroina e cocacina), ne è consentita la vendita di piccole quantità ai maggiorenni. Ma tutto ciò che vi è dietro ai coffeshop (il cosiddetto backdoor), ovvero la coltivazione e la distribuzione della cannabis è tuttora illegale e perseguibile (e perseguito), e in parte controllato dalla malavita.

Alcune città di medie dimensioni, come Tilburg, Almere, Breda e Nijmegen hanno aderito all’esperimento voluto dal Governo olandese, mentre – come riporta 31mag – Groningen stavaprendendo in considerazione l’idea, anche se i 12 coffeeshop della città si oppongono alla scelta.

L’esperimento infatti è stato lanciato dal governo come esito di una forte mediazione interna all’esecutivo, ed ha destato moltissime perplessità tra gli operatori. In primis c’è il curioso fatto che al termine dei 4 anni di sperimentazione, non sarà possibile anche in caso di successo, rendere la sperimentazione definitivamente operativa, ma bisognerà “chiudere tutto” e tornare all’illegalità. Poi c’è l’obbligo di coinvolgere tutti i coffeshop dell’area cittadina nella sperimentazione: cosa semplice per le medie e piccole città, molto più difficile per città come Amsterdam che conta ad esempio 175 coffeshop. Poi tutti i problemi legati al confenzionamento ed il trasporto delle sostanze, soggetto a vincoli e costi che potrebbero rendere proibitiva la gestione, ed infine il divieto di poter commerciare prodotti stranieri, in particolare l’hashish, che tuttora rappresenta circa un quarto del mercato olandese. In particolare quest’ultimo aspetto potrebbe ricondurre nel mercato illegale una buona fetta di persone che usano cannabis, con un effetto boomerang dell’esperimento.

Una sperimentazione che appare quindi zoppa ancora prima di partire, anzi di essere approvata definitivamente, visto che la camera bassa del parlamento olandese deve ancora esaminare il provvedimento. Esempio di come, quando le mediazioni si fanno al ribasso, il rischio di fallimento è molto forte.