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Un’aspirante velina si presenterà a giorni da Woodcock.
Un filmato sulla vacanza, girato l’estate scorsa a Capri
POTENZA – “Ho paura. Io non ho fatto niente di male, mi hanno invitata su quella barca e ci sono andata. Ma non per soldi, soltanto perché volevo fare carriera, entrare nel mondo della spettacolo. Non ho preso neanche soldi, perché io non sono una…”. Poi l’aspirante starlet scoppia in lacrime ed all’amico fa la grande rivelazione: “Ho paura perché con me e altre c’era anche un uomo politico importante, importantissimo”. Ne svela il nome ed il cognome: è un politico di primo piano del centrodestra, amico di un ingegnere napoletano che gli aveva messo a disposizione lo yacht per una breve vacanza sulla costa amalfitana, con tanto di ragazze disponibili e, pensava lui, lontanissimo da occhi indiscreti. Ma non era così. Un fotografo dell’agenzia di Fabrizio Corona che “controllava” la zona tra Capri e Posillipo (al magistrato i paparazzi hanno detto che l’area era di competenza di Fabrizio Grifoni), ricevuta la “dritta” giusta seguì quello yacht a bordo del quale, secondo l’aspirante show girl, si sarebbero svolti festini a base di cocaina. “La sniffavano su piatti d’argento. Anche lui, il deputato…”.

La ragazza, V. L., ha deciso di confidarsi con un amico che l’ha dirottata ad un avvocato di fiducia; nei giorni scorsi è stata convocata dal pm Henry John Woodcock per essere sentita come persona informata dei fatti. Sarà ascoltata presto, e se confermerà il racconto che ha fatto all’amico ed all’avvocato metterà a verbale nero su bianco il nome del parlamentare, probabilmente caduto in una trappola organizzata apposta per ricattarlo. Sarà l’inchiesta a stabilire cosa è accaduto durante quella famigerata vacanza. Lunedì saranno sentiti anche Diego Della Valle e la moglie di Fabrizio Corona, Nina Moric, per essere interrogati, il primo come persona informata dei fatti e l’altra come indagata di riciclaggio.

Intanto, mentre Woodcock è sotto osservazione degli ispettori inviati dal ministro Clemente Mastella a Potenza, l’intero palazzo di giustizia è ormai nell’occhio del ciclone. Ieri il Csm ha accelerato i tempi convocando per martedì prossimo una riunione straordinaria per stabilire se e quante procedure avviare per il trasferimento d’ufficio di alcuni magistrati per incompatibilità ambientale. La posizione più critica è quella del procuratore aggiunto Felicia Genovese e del suo capo, Giuseppe Galante, entrambi coinvolti in una inchiesta avviata alcune settimane fa dalla Procura di Catanzaro. Ma è nella bufera anche il procuratore generale Vincenzo Tufano, il quale ha insinuato che proprio dal Csm siano trapelate le dichiarazioni da lui fatte nei giorni scorsi al Consiglio superiore della magistratura.

Tufano aveva accusato Galante di essere “inefficiente”, i pm Montemurro e Woodcock di essere troppo “disinvolti” nella conduzione delle inchieste ed il gip Iannuzzi di assecondare le richieste dei due pm. Ha “salvato” soltanto Felicia Genovese, moglie di Michele Cannizzaro, suo amico e direttore generale dell’Ospedale San Carlo di Potenza, più volte indagato. L’organo di autogoverno dei giudici ieri ha risposto con una nota in cui si denuncia: con le fughe di notizie si sta tentando “di delegittimare anche il Csm”.