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Walter De Benedetto ha 49 anni. A 16 anni gli è stata diagnosticata l’artrite reumatoide, una malattia infiammatoria cronica che colpisce le articolazioni, portando progressivamente ad una perdita di mobilità. Nel corso del tempo ha sperimentato numerose cure, i cui effetti collaterali però erano molto pesanti. Nel 2011 Walter ha iniziato a curarsi con la cannabis terapeutica, trovando quell’equilibrio e sollievo utile a poter convivere con la propria malattia.

Il suo medico quindi gli ha prescritto la cannabis medica come cura, ma la ASL non è stata in grado di fornire a Walter l’adeguato quantitativo di medicina utile alla gestione della sua malattia. Questa problematica non riguarda solo Walter, ma tantissimi altri pazienti che versano nelle stesse condizioni, costretti all’auto coltivazione o all’acquisto tramite canali esterni.

Così anche Walter, dopo essersi reso conto della mancanza dello Stato e del Servizio Sanitario Nazionale, il quale non riusciva a evadere le richieste di un paziente, ha deciso, prendendosene la responsabilità, di coltivare autonomamente la sua medicina. L’approccio di Walter alla coltivazione è stato dapprima di studio: dal suo letto ha fatto per lungo tempo delle ricerche sulle genetiche più adatte alla sua patologia, per poi iniziare a coltivare.

Circa un anno fa vicino alla casa di Walter sono state trovate alcune piante di canapa, infiorescenze in essiccazione e il materiale per la manutenzione delle piante. Sin dal primo momento è stata dichiarata da Walter la proprietà della coltivazione, ha mostrato ai carabinieri la cannabis che aveva in casa, denunciando così la mancanza dello Stato nel fornire a chi ne ha bisogno la cura necessaria. Oggi Walter è indagato per il reato art.73 del Testo Unico Sulle Sostanze Stupefacenti ai fini di spaccio.

Dopo il viaggio di circa un anno fa, che lo ha portato davanti al Presidente Fico per chiedere di rispettare il diritto alla cura, oggi è tornato con un Appello al Presidente della Repubblica: “La mia richiesta di aiuto è anche un atto di accusa contro un Paese che viola il mio diritto alla salute, il mio diritto a ricevere cure adeguate per mio dolore. Che è un diritto garantito dall’articolo 32 della Costituzione.” Il proibizionismo impedisce allo Stato di applicare correttamente la Costituzione, per questo oggi firmare l’appello di Walter De Benedetto è un atto in difesa dei principi fondamentali della nostra Costituzione.