Tempo di lettura: 3 minuti

Il 45% delle 31 persone controllate fino alle 2:00 nel centro del Dipartimento delle Dipendenze di Verona e in quello mobile di Peschiera del Garda e’ risultato positivo ai controlli anti alcol e droga estesi per la prima volta a livello nazionale dopo un anno di sperimentazione nel Veronese. Il 70% aveva assunto alcol prima di mettersi alla guida, un 30% droga o droga e alcol insieme.
Le sostanze stupefacenti piu’ rappresentate sono risultate cocaina e derivati della cannabis. I primi risultati dei controlli sono in linea con il trend riscontrato l’anno precedente nel Veronese, quando un 47,5% delle persone fermate risulto’ positivo. Nel centro di Verona, il caso piu’ eclatante nel corso della notte e’ stato quello di un automobilista fermato con 3,15 microgrammi per millilitro, quando il tasso consentito non puo’ superare lo 0,5.

‘Ai tre microgrammi si e’ praticamente in coma etilico – ha spiegato Giovanni Serpelloni, direttore del Centro politiche antidroga che dipende dal sottosegretario Carlo Giovanardi, presente durante le operazioni -. E’ un caso limite’. Tra le persone che si sono viste la patente sospesa ed il mezzo sequestrato prevale la rassegnazione, ma qualcuno protesta vibratamente: ‘Ho bevuto solo una birra e un limoncello – spiega per esempio Mirko, fermato dopo una cena con la moglie in un ristorante – ed ora mi ritrovo qui’.
C’e’ anche chi, pero’, come Fabio, 21 anni, esce soddisfatto, con libretto e patente in mano, dal tendone sotto il quale si attendono i responsi dei test : ‘Ero tranquillo, non avevo bevuto o fumato nulla’.

“I controlli antidroga effettuati questa notte a Verona hanno dimostrato la assoluta efficacia e la inderogabile necessita’ di ripetere questi controlli su scala nazionale”. Lo dice Domenico Di Virgilio, responsabile sanita’ di Forza Italia, che aggiunge: “La prevenzione e’ l’arma vincente e si deve agire su due livelli, da un lato per evitare stragi e vittime innocenti dall’altro per evidenziare che quando si parla di tasso elevato di alcolemia e assunzione di sostanze stupefacenti si parla di patologie. Soltanto cosi’ potremo ridurre fortemente la mortalita’ sulle nostre strade e le gravi conseguenze sanitarie su tanti giovani, richiamandoli ad un senso di responsabilita’ e di senso civico contro i pericoli della droga e dell’eccesso di alcool”.

I risultati di Verona e del Veneto ‘col 45% di positivi, con la scoperta che una percentuale non indifferente di negativi all’alcol risulta poi positiva alle sostanze, non stupiscano. Si e’ solo sollevato il coperchio da una pentola’. Ne e’ convinto Giordano Biserni, presidente dell’Asaps (Associazione sostenitori amici della polizia stradale). Per Biserni il modulo operativo polizia-medici partito in via sperimentale e’ garantista, produttivo ed efficace, e per questo va esteso. Agli oppositori dell’estensione secondo i quali i costi, per Biserni oltre 4.000 euro a modulo, la renderanno insostenibile, il presidente risponde secco che chi fa certe affermazioni ‘deve assumersene le responsabilita’ di fronte all’opinione pubblica, che invoca il diritto di viaggiare in sicurezza di giorno e di notte, senza che un conducente ‘fatto’ possa distruggere anche la vita di chi nulla ha a che vedere con quel mondo’. Biserni ha sottolineato che se in Italia diminuisse del 50% il numero dei morti e dei feriti sulle strade, il risparmio per la spesa pubblica sarebbe di 16 miliardi di euro (fonte Consulta Nazionale per la sicurezza stradale): ‘un’intera finanziaria’. Biserni ha poi ricordato che il metodo tradizionale di rilevazione di un conducente positivo al narcotest in piena notte comportava la necessita’ di portarlo in ospedale per le verifiche ulteriori.

‘Questo significava perdere la pattuglia per almeno 2 o 3 ore su quel tratto di strada. Il servizio si poteva sostanziare al massimo in un paio di controlli per notte con risultati irrilevanti’.