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In Cina e’ stata eseguita la sentenza di morte contro Akmal Shaikh, il cittadino britannico con dannato per traffico di droga e primo straniero ad essere messo a morte in quasi 60 anni. L’ultimo era stato l’italiano Antonio Riva, condannato per un complotto inesistente per uccidere Mao Zedung. Pechino ha quindi ignorato le richieste di clemenza del governo britannico, basate sull’infermita’ mentale del condannato. Il premier Gordon Brown si e’ detto “scandalizzato e atterrito” dall’esecuzione del 53enne che, ha detto, causera’ problemi alle relazioni tra i due Paesi. La Corte Suprema ha diffuso un comunicato quasi simultaneamente all’esecuzione in cui si confermava la condanna e se ne difendevano le ragioni, sostenendo che le prove dell’infermita’ mentali di Shaikh erano “insufficienti”. Le autorita’ cinesi non avevano annunciato che l’esecuzione avrebbe avuto luogo.
Shailkh era stato arrestato nel settembre del 2007 con quattro chili di eroina all’aeroporto di Urumqi, la capitale dello Xinjiang, nel nord-ovest del Paese. I suoi familiari sostenevano che fosse affetto da una malattia mentale chiamata disordine bipolare e che quindi una banda di trafficanti gli avesse consegnato la valigia senza che lui ne conoscesse in contenuto. La condanna a morte era stata emessa nel dicembre del 2008 e la Corte Suprema non ne ha riconosciuto le ragioni in appello. Lunedi’ due suoi cugini si erano recati a Urumqi e gli avevano comunicato il suo destino.
Secondo Amnesty International la Cina e’ il Paese con il piu’ alto numero di condanne alla pena capitale ed esecuzioni.

“L’esecuzione del cittadino britannico in Cina per traffico di droga, l’espulsione di migliaia di hmong da parte del governo tailandese verso il Laos da dove scappavano, la deportazione di 20 uiguri da Phom Penh verso Shangai dove verranno processati per direttissima rischiando la pena di morte, la paralisi trans-atlantica di fronte alle manifestazioni in Iran sono la prova provata che il degrado della legalita’ nei paesi Occidentali non puo’ che fungere da copertura politica a sanguinari regimi che si fondano sull’oppressione del dissenso e delle minoranze”. Lo afferma Marco Perduca, esponente radicale eletto nelle liste del Pd.
“Per giorni, pochi a dire la verita’, Gordon Brown s’e’ appellato alle autorita’ cinesi perche’ fosse concessa la grazia al concittadino, ma senza la benche’ minima critica al fatto che il traffico di droghe in Cina sia punito col massimo della pena. Solo gli Usa -prosegue Perduca- si sono accorti che le autorita’ tailandesi e cambogiane stavano deportando persone che per le Nazioni unite avevano il diritto alla protezione internazionale, di certo gli europei, con le loro politiche di respingimenti a morte certa non si sono azzardati a difendere i hmong e gli uiguri che venivano, nel cuore della notte, restituiti ai loro ‘governanti'”.
“Nessuno ha convocato lo stesso giorno alla stessa ora l’ambasciatore iraniano per chiedere contro della reazione brutale alle coraggiose manifestazioni in decine di citta’ in tutto l’Iran ne’ c’e’ all’orizzonte una marcia, che non sia quella del solito ‘forum palestina’ per denunciare queste quotidiane sistematiche violazioni dei diritti umani nel mondo. E parlano di partito dell’amore, di se stessi”, conclude Perduca.