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Potrebbe essere la settimana decisiva per il varo della proposta di legge sul garante dei detenuti. Finito il lavoro in Commissione Affari Costituzionali, il testo è infatti approdato in aula a Montecitorio ed è cominciata oggi la discussione. Se non interverranno sorprese o intoppi, la proposta di legge potrebbe andare in votazione tra giovedì e venerdì. Oggi l’associazione Antigone, che vanta il primato di aver lanciato l’idea dell’istituzione anche in Italia della figura dell’ombudsman dei detenuti, ovvero di un difensore civico anche per le carceri e in generale sulle attività di polizia, ha organizzato una conferenza stampa con due obiettivi: spiegare all’opinione pubblica il concetto di difensore civico dei detenuti e chiarire i possibili equivoci che potrebbe nascere nel dibattito parlamentare. Secondo il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, si tratta infatti di sottolineare la grande novità positiva di questa proposta di legge, ma nello stesso tempo mettere in guardia i politici e l’opinione pubblica sui possibili trabocchetti cui si potrebbe andare incontro. “Temiamo che qualcuno voglia annacquare troppo il testo in discussione a Montecitorio – spiega Gonnella – in particolare sappiamo che An ha intenzione di presentare tutta una serie di emendamenti che s accolti, svilirebbero l’idea del garante dei detenuti”.

In sostanza il punto di scontro politico sta nel ruolo e quindi nei poteri di questa nuova figura istituzionale nel campo della giustizia. Per la proposta di legge firmata da parlamentari dei Verdi, di Rifondazione comunista e dell’Udc, il garante dei detenuti dovrà avere una funzione ispettiva reale. Deve essere appunto il garante delle leggi e quindi dei diritti che spettano ai detenuti e deve quindi essere libero di poter agire. Nella proposta il garante, oltre ad avere il potere di ispezionare le carceri, ha anche il potere di ispezionare caserme o comunque luoghi utilizzati dalla Polizia di Stato, dai Carabinieri, dalla Guardia di Finanza e ovviamente dalla Polizia Penitenziaria nell’attività quotidiana. Ci sono già pronti emendamenti che propongono di sopprimere questa parte della proposta di legge e di annacquarne altri.

Lo spirito della legge è invece quello di introdurre una figura istituzionale, il garante appunto, che possa controllare e fare indirettamente da argine per ogni tipo di violenza, tortura o abusi sulle persone detenute. In altri paesi il garante è una istituzione ormai consolidata. In Italia, purtroppo di sconta un notevole ritardo che speriamo si possa colmare con l’approvazione di questa legge. Una proposta analoga è stata depositata al Senato dai Democratici di Sinistra, a firma di Anna Finocchiaro. Ci sono poi anche dei garanti dei detenuti di cui si sono dotati alcuni enti locali. La Regione Lazio ha il suo garante, così come il Comune di Roma, o altri comuni della Toscana e di altre Regioni. Ma sono figure, per ora, solo simboliche. Con la legge potrebbero finalmente diventare operative anche in termini di controlli.