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La bocciatura della Fini Giovanardi da parte della Consulta comincia a funzionare da cartina al tornasole nel complesso intreccio dei rapporti istituzionali tra DPA e operatori dei servizi pubblici. Ne testimonia questo duro scambio di comunicati  tra la Federserd e un DPA arroccato in difesa di una legge carcerogena, che secondo Giovanardi e Serpelloni non avrebbe mai mandato in galera un solo consumatore se non per spaccio o altri crimini.

1. COMUNICATO FEDERSERD SU BOCCIATURA FINI GIOVANARDI

14/02/2014
La Corte Costituzionale boccia la legge Fini – Giovanardi
FINALMENTE!!!

Finalmente!!!!! La decisione della Consulta di ieri mercoledì 12 febbraio 2014 rimette nelle mani dei decisori politici la urgente necessità di rivedere e correggere leggi e organismi istituzionali in materia di droga.

FeDerSerD, la società scientifica presente in tutte le regioni italiane con oltre 1.000 iscritti, nella audizione del 13 novembre 2013 alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati aveva già espresso la propria posizione nel dichiarare:
“La Legge 21 febbraio 2006 n. 49 si fonda su presupposti “restrittivi” (la cannabis potrebbe essere ugualmente pericolosa dell’eroina) e “repressivi” (carcere per chi si droga) e sulla idea che sia possibile modificare i comportamenti patologici e disfunzionali attraverso l’applicazione di norme e decreti di legge.
È stato fatto un uso disinvolto e talora improprio dei dati e delle ricerche scientifiche, anche su documenti istituzionali. Questi troppo spesso sono stati portati a supporto ed a giustificazione di approcci ideologici e talvolta di politiche repressive forzando una visione etica dello stato e influenzando l’adozione di politiche sulle droghe lontane dalle evidenze scientifiche stesse.
FeDerSerD si auspica che in futuro i documenti, soprattutto istituzionali, utili all’opinione pubblica ed ai decisori politici per descrivere il fenomeno del consumo problematico di sostanze, vengano prodotti da agenzie terze.”

FeDerSerD ribadisce ancora oggi:

    il SOSTEGNO a una linea “di tolleranza laica e pragmatica”
    il BISOGNO di “contrastare due tendenze pericolose: da un lato quella repressiva per i consumatori e dall’altro quella, gravissima, della compressione delle risorse destinate ai Ser.T. (i servizi pubblici sul territorio), che oggi si trovano in grande difficoltà”.

FeDerSerD é a disposizione per collaborare ad ogni azione e proposta dei decisori politici e delle istituzioni che vada in questo senso.

Pescara, 13 febbraio 2014
Il Presidente Nazionale
Dott. Pietro Fausto D’Egidio

2. RISPOSTA DEL DPA
 
COMUNICATO STAMPA
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
DIPARTIMENTO POLITICHE ANTIDROGA
“FUNZIONE PUBBLICA E MANDATI ISTITUZIONALI INDIPENDENTI”

In riferimento alle dichiarazioni rilasciate da Federserd all’ANSA il DPA interviene e così precisa:
Sorprende la posizione espressa da Federserd, ma soprattutto i contenuti sulla quale essa si basa formulando giudizi di merito su una Legge, al contrario di quanto fatto dalla Corte Costituzionale che ha formulato solo giudizi di metodo in relazione all’inopportunità dell’applicazione dei criteri di urgenza e necessità, laddove soprattutto si afferma in modo errato e palesemente inesatto che la Legge 21 febbraio 2006 n. 49 si fonda su “criteri repressivi (carcere per chi si droga)”.
Basta semplicemente scorrere la legge per comprendere che è esattamente il contrario di quanto affermato, in quanto stabilisce molto chiaramente che le pene, quindi l’arresto, sia riservato agli spacciatori, ai trafficanti, ai produttori e ai coltivatori non autorizzati di droga; mentre dovrebbe essere chiaro per tutti da anni (soprattutto per chi lavora nei Sert come il gruppo dirigenziale di Federserd) che il consumo e quindi il “carcere per chi si droga” non è assolutamente previsto, anzi viene escluso. Tale legge inoltre prevedeva la possibilità di utilizzare ancora meglio le misure alternative alla pena, portando la fruibilità dell’articolo 94 anche per pene superiori ai 4 anni (Iervolino Vassalli), a 6 anni.
Quanto alle affermazioni “sull’uso disinvolto talora improprio dei dati”, invitiamo Federserd a portare evidenze scientifiche oppure propri dati (semmai esistessero) che sconfermino non solo a parole, ma anche nei fatti, quello che molto rigorosamente e in maniera trasparente questo Dipartimento ha prodotto in questi anni e inserito nella Relazione Annuale al Parlamento oltre che in articoli pubblicati su riviste internazionali. Illazioni, ironie e velate diffamazioni vengono quindi rispedite al mittente.
Quanto alla terzietà, oggettività e scientificità indipendente invocata da Federserd, è sotto gli occhi di tutti come questa organizzazione non possa essere un interlocutore credibile, ne dare lezioni in merito, in considerazione del fatto che essa è da sempre finanziata e sostenuta da aziende farmaceutiche di prodotti per la cura delle dipendenze e da concessionari del gioco di azzardo, in pieno conflitto di interessi con i mandati e le funzioni pubbliche che dovrebbero esercitare organizzazioni e operatori appartenenti al Sistema Sanitario Pubblico e quindi in assenza di dipendenze da organizzazioni commerciali.
Pertanto invitiamo gli operatori dei Dipartimenti delle Dipendenze a valutare la necessità di ritrovare una propria dimensione di indipendenza culturale, professionale e tecnico-scientifica svincolandosi da organizzazioni e pressioni di gruppi produttivi, ma soprattutto da tutte quelle organizzazioni, che nate con intenti di salvaguardia degli operatori e di promozione della ricerca scientifica nel campo delle dipendenze, si sono trasformate nel tempo in lobby di pressione politica e purtroppo anche di interessi economici non sempre trasparenti, con logiche non appartenenti alle finalità di Sanità Pubblica e alla Pubblica Amministrazione quale questo Dipartimento appartiene.
 
3. CONTRORISPOSTA FEDERSERD

17/02/2014
Il DPA attacca FeDerSerD
PERCHÈ?

Vogliamo condividere con i professionisti che ci stanno manifestando la loro solidarietà, la nostra meraviglia per il comunicato stampa del Dipartimento Politiche Antidroga del 13 febbraio 2014, 18:10. Ci indignano e ci preoccupano il tono e la violenza del messaggio. La dottrina, la giurisprudenza, la cultura, le società scientifiche (come la nostra) pressoché unanimemente, hanno fin dall’inizio censurato l’implausibilità sistematica del draconiano trattamento sanzionatorio introdotto dalla Fini-Giovanardi. (Non dimentichiamo che la legge Fini Giovanardi ha sì stabilito che le pene siano riservate agli spacciatori, ma ha ridefinito i criteri che identificano la figura dello “spacciatore”, tanto che oggi si contano circa 9.000 “spacciatori” in carcere.) La realtà si è poi scrupolosamente incaricata di dimostrarne anche l’inutilità, quando non il carattere controproducente. FeDerSerD, neppure con grande originalità, si è limitata a salutare positivamente la sentenza che ha ripristinato lo status quo ante.

Inspiegabilmente, questa posizione ha incrociato l’attacco del DPA. Per sopramercato addebita a FeDerSerD – anche se per la verità sfugge la consecutio logica delle due critiche – un presunto, ambiguo cordone ombelicale con case farmaceutiche.
I nostri iscritti sono impegnati e le nostre attività sono rivolte agli operatori e al miglioramento del Sistema dei Servizi, e ringraziamo chi si è iscritto per la prima volta in questi giorni a FeDerSerD.
FeDerSerD, invero, da sempre collabora, portando la competenza e l’esperienza dei suoi professionisti, con le istituzioni europee, nazionali, regionali e con la ricca rete del Sistema di Intervento, anche grazie ai contributi delle aziende farmaceutiche. Questo rapporto è trasparente, documentato, finalizzato ad assicurare strumenti di cura per i pazienti come nel caso del gambling, e opportunità formative per gli operatori, nelle quali l’autonomia professionale ed il rigore scientifico non vengono mai meno.

Per questo si fa fatica a capire le logiche dell’addebito. Ci sfuggono le ragioni che sono dietro questo intervento infondatamente e gratuitamente offensivo dell’attuale direttore del DPA. E neppure ci interessa conoscerle. A noi interessa poter lavorare con strumenti scientifici, efficaci e legali per curare i nostri pazienti. Il resto appartiene a vecchi metodi di mero esercizio del potere.

l Presidente Nazionale
Dott. Pietro Fausto D’Egidio